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venerdì, Maggio 10, 2024
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SEPARATI IN…CASA DELLE LIBERTA’

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Il momento politico qualianese sembra proprio attraversare una fase particolarmente difficile. E se i partiti del centrosinistra faticano a trovare un accordo per le amministrative del 28 maggio prossimo, nella Casa delle libertà non si respira aria d’intesa. Anzi, dalle poche informazioni che trapelano, pare che in questi ultimi giorni si stiano creando laceranti fratture tra i principali e più accreditati interpreti del ruolo di “premier”. Accordi trasversali apparentemente inspiegabili trovano ostracismo all’interno dei partiti stessi e il rischio è senza dubbio quello di ritrovarsi più liste e più candidati all’interno del centrodestra. Separati in casa, dunque, sembra al momento la definizione più appropriata, perché pare che la volontà di non divorziare sia più forte, soprattutto per meglio contrastare l’offensiva del centrosinistra, che presentandosi alle elezioni con le attuali divisioni, risulterebbe più debole e quindi più facile da sconfiggere.


Il mistero aleggia intorno ad un oscuro patto tra alcune schegge di Udc, Fi e An che sembrano ormai fuori controllo, o meglio, assorbite da una linea di pensiero fuori dalla visione tradizionale delle scelte che i partiti hanno sempre sostenuto. Mario Cacciapuoti è il “Dinosauro” a detta di qualcuno, ma in senso buono, perché il suo impegno amministrativo risale alla “preistoria” della politica qualianese, sembrava estinto ormai da quattro o cinque lustri, quando ad un tratto eccolo ritornare sulla scena, nel momento in cui, forse, nessuno se lo aspetta. La sua candidatura, sempre più imminente, capeggiata da quella parte dell’Udc che non fa più capo all’ex sindaco Galdiero, sembrerebbe trovare consenso tra le file di Fi e An, a danno di esponenti del calibro di Ludovico De Luca (Fi) e Salvatore Onofaro (An), i quali non farebbero mistero di sentirsi “stupefatti” di come si stia svolgendo la fase “preparatoria” della campagna elettorale della Cdl qualianese. Fuori dal tavolo, ma sempre nella stessa “Casa”, resterebbe dunque una grossa fetta di elettorato e consensi che non intende darla vinta a chi per vendetta, o chissà per quale altro motivo, sembra propenso a passare la “palla” all’Udc, piuttosto che proporre il proprio candidato, quello del partito d’appartenenza.

Benché la candidatura di Mario Cacciapuoti possa essere motivata dall’Udc, in quanto suo partito di appartenenza, ciò che stupisce e che lo stesso Cacciapuoti sia sostenuto da alcuni ex consiglieri e assessori di Fi, meglio noti sotto il marchio “Democrazia Popolare”, mostratasi una sola volta, con un manifesto affisso nell’ottobre scorso per le strade di Qualiano, nota anche per i contrasti con Rinascita Democratica e l’ex sindaco Schiano e da altrettanti esponenti di An, il partito da poco rilanciato dall’elezione del neo commissario Tafuto e dall’affermazione di leader di Salvatore Onofaro. Pare inoltre che la parte di An “vicina” a Mario Cacciapuoti, non sia riconducibile agli “scissionisti” di dicembre scorso (vedi Marfella, Zara, Ricciadiello), ma si parla di nomi del calibro di D’Alterio e Licciardiello, fino a ieri, saldamente piazzati tra le file di An. Sembra che lo stesso Michele Schiano stia valutando l’opportunità di appoggiare la candidatura di Mario Cacciapuoti, ed è proprio quest’ultima “sensazione” che sta facendo tremare la Cdl. Tale scelta, benché apparentemente incomprensibile, dà l’impressione di osteggiare un’altra candidatura, in altre parole, quella dell’ex sindaco Pasquale Galdiero, il cognato di Mario Cacciapuoti, che forte di un consenso “storico” e di “opinione”, a detta di qualcuno, deporrebbe le armi nel caso in cui il suo “parente stretto” troverebbe un largo consenso tra le file del centrodestra. I nomi avanzati fino ad oggi, benché autorevoli e degni, alla fine sono stati precocemente soppressi, arsi, forse da coloro stessi che li hanno proposti; non sarà diventata una tecnica quella del “nome sacrificale”? Quali ragioni dunque si troverebbero alla base di tali scelte? Scienza? Opportunità? Strategie? O è solo la diaspora caotica pre-elettorale, alimentata dalle follie primaverili di marzo?

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