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sabato, Maggio 11, 2024
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RICICLAGGIO DI AUTO RUBATE, POLIZIOTTO NELLA BANDA

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E’ finito in manette per riciclaggio e falsità ideologica commessa in atti pubblici. Un ispettore di polizia, in servizio presso il commissariato di Giugliano -Villaricca, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’indagine avviata dalla procura di Napoli in collaborazione con gli agenti dello stesso commissariato. Con lui sono state arrestate altre tre persone: dovranno rispondere, a vario titolo, di riciclaggio e ricettazione. Secondo i magistrati partenopei, il quartetto aveva messo su un articolato «giro» grazie al quale le auto rubate, e successivamente recuperate, finivano sul mercato nero. In realtà tutto appariva regolare: le autovetture, infatti, venivano normalmente eliminate dalla banca dati del Ministero degli Interni a seguito del ritrovamento. I legittimi proprietari, però, non riavevano indietro le macchine, né tantomeno venivano informati del recupero.
Le ordinanze di custodia cautelare – emesse dal gip Giuseppe Ciampa su richiesta del pm Ingangi – sono state eseguite ieri mattina nei confronti dell’ispettore capo Alfonso Marigliano, 51 anni, di Giugliano, in servizio presso il locale commissariato; Nicola Pace, 51 anni anche lui, napoletano; Giovanni Russo, 53 anni, di Giugliano; Ugo Ragusa, 50 anni, originario di Pozzuoli.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine avviata la scorsa estate dal commissariato di Giugliano – diretto dal vicequestore Pasquale De Lorenzo – su procedure sospette per revocare le ricerche di quattro vetture rubate in varie località d’Italia e rinvenute dalla polizia. Gli accertamenti hanno messo in luce che le automobili in questione, tutte di grossa cilindrata e di ingente valore economico, non erano mai state restituite ai legittimi proprietari, pur costituendo oggetto di rinvenimento e cancellazione dalla banca dati Sdi (il sistema di indagine a cui hanno accesso dipendenti e funzionari del Ministero degli Interni e della Difesa). In tutti e quattro i casi l’autore del ritrovamento è risultato essere l’ispettore Marigliano: il «cervellone» della banca dati, infatti, registra tutti i movimenti eseguiti all’interno del sistema. E con essi anche il dipendente che li effettua.
All’esecuzione dei provvedimenti restrittivi hanno collaborato gli agenti del compartimento della polizia stradale di Perugia, delegati dalla procura della Repubblica del capoluogo umbro ad indagare sul furto di numerose autovetture, tra cui una Bmw X5 al centro del filone d’indagine partenopeo.
Le accuse, ovviamente, sono ancora tutte da dimostrare: i quattro indagati saranno ascoltati dall’autorità giudiziaria e potranno replicare alle ipotesi di reato che vengono formulate nei loro confronti.



UF – IL MATTINO 6 APRILE 2006

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