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domenica, Giugno 30, 2024
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UNA DOMENICA DI ORDINARIA FOLLIA

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Domenica 15 settembre. Sto passeggiando, distrattamente, gli occhi rivolti in basso, senza alcun pensiero in particolare per la testa. Avevo appena terminato la distribuzione dei volantini per la sensibilizzazione antismog promossa da ARCHIMEDE, l’associazione socio culturale di cui sono fiero ed orgoglioso socio. Mi trovo all’altezza di piazza Kennedy, miez o tunno, lato via di Giugliano. La giornata sembra delle solite. Panta rei. Un rumore, dal lato sinistro, attira la mia attenzione. Faccio come per voltarmi e per poco non sono investito da un bidone della spazzatura che vaga all’impazzata e va a fermarsi al centro della strada, seguito da un nugolo di persone armate di canne e scope e di pochissima pazienza. Non riesco neanche a focalizzare bene cosa stia succedendo e sono già nel caos totale. La piazza è totalmente bloccata da donne che urlano i propri diritti: chiedono acqua. La chiedono con forza. Vado in mezzo a loro. Quasi mi linciano vedendo la macchina fotografica, la penna ed un po’ di carta per appuntare le loro sensazioni. Sono i condomini di via Etrusca, le persone di via Mons. Savarese. Sono senza un goccio d’acqua da una settimana. Questa la loro grave accusa nei confronti di chi di dovere. Il clima è tesissimo. Non mancano le scaramucce tra le persone bloccate in macchina ed i manifestanti. Mazzate. Mazzate sulle auto che sfondano pericolosamente le loro barriere umane e di bidoni. Nel frattempo anche piazza Rosselli viene bloccata. Qualiano è ferma.
Il Sindaco non si fa trovare. Non ci ascolta. Vogliamo le sue dimissioni! Queste le frasi, contornate da epiteti che, scusatemi, ma proprio non posso riportare ad litteram. Le lascio alla vostra immaginazione e le affido ad una cultura ben più popolare. Frasi lanciate al cielo con tale astio da far intimidire anche i più coraggiosi. Una tranquilla domenica di ordinaria follia.
Ad un tratto la rabbia sembra quasi celarsi. Si concretizzano le loro idee. Gli insulti lasciano il posto ad accuse ben più gravi. Paghiamo l’acqua che ci viene trasportata da privati. Chiedono dai 30 € ai 60 €. Le liste per il rifornimento da parte del comune non sono rispettate. Siamo alle solite chi ha più Santi in Paradiso riesce a cavarsela. In più l’acqua che abbiamo pagato a caro prezzo viene pagata anche come acqua reflua. Quanti soldi dobbiamo sborsare per farci una lavata di faccia la mattina, per cucinare, per i bisogni minimi?
Feriti nell’orgoglio. Aspettano che qualcuno finalmente arrivi a parlare con loro. Ecco, che compare il consigliere Palma. Gli chiedo spiegazioni: Il sindaco ha telefonato al Prefetto. Il problema è a Mugnano. La fornitura dell’ acqua è fatta in modo equo: c’è anche un addetto preposto.
Intanto mentre parliamo le persone ricominciano con gli insulti. Palma deve allontanarsi. Raggiunge il Sindaco alla Casa Comunale. Il Primo Cittadino arriva dopo quasi un’ora. Va in mezzo alla gente e cerca di calmare gli animi, illustrando gli sviluppi della situazione e spiegando che da lì a poco l’acqua dovrebbe arrivare. Ne faranno a meno gli altri paesi limitrofi per qualche ora.
Mai, mai in vita mia appoggerò manifestazioni violente. In ogni caso bisogna far i conti. Già l’anno scorso, in un mio articolo denunciai lo sfruttamento incredibile da parte di sciacalli con le autobotti. Pronti ai nastri di partenza non appena l’acqua manca. Prezzi che salgono alle stelle. Le persone accusano sempre che le forniture non sono rispettate. Cosa c’ è di vero in tutto questo? Perché non si è mai fatta luce su questi episodi? Perché non si apre una indagine per cercare di capire se effettivamente qualcuno approfitta della propria condizione? Siamo in balia di domande a cui nessuno cerca di dare risposta, ma che portano a episodi come quello che vi ho appena raccontato.
Carmine Sgariglia

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