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Omicidio Sansone, confessa il figlio. “Voleva ammazzarci e l’ho ucciso”

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«Dopo avergli strappato il fucile dalle mani ho chiuso gli occhi. Sono partiti i colpi e lui è caduto. Ci avrebbe ucciso, ha sparato contro i miei fratelli, preso a schiaffi mia madre. Eravamo tutti scappati di casa e lui ci è venuto a cercare per ammazzarci…». A un’ora e venti minuti dalla morte del padre confessa il delitto, ma racconta anche uno scenario di sofferenze, angosce, prepotenze quotidiane. Tutta la famiglia è con lui: la madre schiaffeggiata, i fratelli minacciati. Anche il più piccolo, finito in ospedale con una caviglia rotta: lunedì sera è caduto in aperta campagna mentre fuggiva dal padre armato di fucile. Maurizio Sansone, 21 anni, è stato arrestato per omicidio volontario, ma la sua vicenda ha lasciato l’amaro in bocca agli stessi investigatori del commissariato di Giugliano. Perché Maurizio non è uno sbandato, da quanto è stato accertato è un ragazzo che si è trovato all’improvviso di fronte a una scelta difficilissima. Sotto gli occhi il padre — Vincenzo, 51 anni, poi ucciso — armato di un fucile calibro 22 puntato contro due dei tre fratelli di Maurizio. «Mio padre gridava: “Mettete le spalle al muro. Vi ammazzo tutti e l’ultimo colpo sarà per me”». Stando ai rilievi e alla ricostruzione fatta in tempi record dai poliziotti del vice questore Pasquale De Lorenzo, c’era una famiglia vessata quotidianamente. Vincenzo Sansone, precedenti per armi e favoreggiamento, nessun lavoro se non qualche trasporto occasionale con il suo camion, non perdeva occasione per aggredire i quattro figli maschi, la moglie, la nuora. Fino a mercoledì pomeriggio, quando è proprio la moglie a chiamare il 113 per chiedere aiuto. Era stata picchiata dal marito. E la polizia arriva nell’appartamento di Calvizzano, viene insultata da Vincenzo Sansone, “scorta” fuori di casa moglie e figli decisi a rifugiarsi in un casolare di campagna senza acqua, né luce né gas. È da questa segnalazione, ieri notte, che le indagini prendono una strada diversa. Mentre in un primo momento si era pensato a un delitto di camorra collegato all’omicidio di mercoledì mattina a Qualiano, l’intervento della volante spinge gli investigatori a seguire la pista familiare. E poco dopo il racconto di Maurizio e il sopralluogo nel casolare di campagna confermerà i sospetti. Dopo la lite Vincenzo Sansone aveva raggiunto la famiglia nel casolare di campagna. Armato di fucile aveva sparato per due volte contro i due figli maggiori che, per un miracolo, hanno evitato i colpi mentre il terzo fratello, il quattordicenne, scappava rompendosi la caviglia. Maurizio, il figlio ventunenne, è riuscito a bloccare il padre prendendolo alle spalle e strappandogli il fucile di mano. A quel punto sono partiti quattro colpi. Sono stati i figli a portare il padre in ospedale per poi allontanarsi, tornare dalla madre disperata. La polizia ha eseguito gli esami Stube su tutti i membri della famiglia, ma la confessione di Maurizio lascia pochi dubbi.


i.d.a. (repubblica napoli 10 novembre 2006)

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