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sabato, Aprile 20, 2024
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CAMORRA MARANO. Un nuovo clan ha stretto un patto con i Polverino-Nuvoletta-Orlando

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La relazione della Dia ha ricostruito gli scenari criminali a Marano e nelle aree limitrofe. “Sono operativi i sodalizi NUVOLETTA e POLVERINO, forti di una lunga storia criminale, una consolidata capacità economica e una notevole abilità imprenditoriale. Le attività illecite più caratterizzanti continuano ad essere il traffico di stupefacenti (importati attraverso la Spagna e l’Olanda) e le estorsioni, i cui proventi risultano sovente reimpiegati nella ristorazione e nell’edilizia A fronte di un indebolimento strutturale del clan POLVERINO, seguito all’esecuzione di misure cautelari345, l’alleato gruppo NUVOLETTA ne avrebbe sostenuto il ruolo nella gestione del traffico internazionale di stupefacenti. Sotto l’egemonia del cartello NUVOLETTA-POLVERINO agiscono diversi ed autonomi gruppi, quali la famiglia ORLANDO, dedita prevalentemente alla vendita degli stupefacenti ed alle estorsioni, con i vertici che farebbero parte del direttivo dei NUVOLETTA.


Altro sodalizio che opera in sinergia con il clan POLVERINO, specie nel settore degli stupefacenti, è la famiglia NETTUNO. Nella strategia del menzionato cartello notevole importanza rivestono le infiltrazioni nel tessuto istituzionale: al riguardo si richiama lo scioglimento del Consiglio Comunale di Marano, disposto con D.P.R. del 30 dicembre 2016, per condizionamento della criminalità organizzata. Si tratta del terzo scioglimento per camorra dal 1991, quando alla guida del Comune figurava una maggioranza di altra estrazione politica.

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Risultanze investigative hanno posto in evidenza la capacità dei gruppi in esame di inquinare segmenti di mercato particolarmente redditizi, quali quelli della ristorazione e dell’edilizia. Un’indagine, conclusasi con l’emissione, il 13 settembre 2016, dell’O.C.C.C. n. 377/16 Occ (p.p. n. 17300/11 RGNR), G.I.P. del Trib. di Napoli, ha condotto all’arresto di un imprenditore edile di Marano, appartenente ad una famiglia già in passato colpita da misure cautelari personali e patrimoniali, per aver gestito un gruppo societario, operante in campo edile, nelle province di Napoli e Caserta, utilizzato per riciclare i proventi illeciti del clan POLVERINO. 345 Il 6 ottobre 2016, con sentenza di primo grado, sono stati condannati alcuni imprenditori espressione dei POLVERINO. Il precedente 14 settembre, erano stati arrestati, all’interno di una villa a Pomezia (RM), due latitanti, nonché elementi di spicco del clan, ricercati dal 2011, dopo l’emissione a loro carico di due ordinanze di custodia cautelare in carcere del G.I.P. di Napoli per associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Tuttora latitante risulta il reggente del gruppo.



Il 1 dicembre 2016, è stato eseguito un sequestro preventivo per violazioni alle norme urbanistiche concernenti le opere di urbanizzazione dell’area P.I.P. (Piano Insediamenti Produttivi) di Marano, interamente realizzate con contributi erogati dal Comune. Tra i soggetti sottoposti ad indagini per varie fattispecie di reato (minaccia per costringere a commettere un reato, falsità materiale ed ideologica commessa da pubblico ufficiale, e reati strettamente connessi alle irregolarità nell’esecuzione delle opere di urbanizzazione), vi sono due imprenditori titolari della ditta che aveva ottenuto l’appalto per la realizzazione del complesso industriale. L’indagine, avviata nel dicembre 2015, ha acclarato che le opere di urbanizzazione, costruite a supporto del complesso industriale, non sono state mai collaudate e i relativi certificati e le relazioni tecniche sono risultati falsi, né i collaudi potranno dare esito positivo, non essendo state rispettate le indicazioni progettuali. Negli illeciti sarebbero coinvolti i vertici del clan POLVERINO e pertanto agli imprenditori è stata contesta l’aggravante mafiosa.

Quanto accertato rappresenta l’esito di uno dei filoni d’indagine scaturiti dalle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia, che avevano già portato all’ordinanza nr. 23019/08 e nr. 370/14 Occ, emessa il 15 luglio 2014 dal G.I.P. del Trib. di Napoli, per un’analoga vicenda. Allora l’indagine aveva riguardato il medesimo gruppo imprenditoriale che con la complicità del clan casertano BIDOGNETTI era riuscito ad aggiudicarsi la “concessione per la progettazione definitiva, la costruzione e la gestione delle opere nella zona P.I.P. 2 di Lusciano”. 347 Con l’arresto, a Marano, il 20 ottobre 2016, di un altro affiliato alla famiglia RICCIO, in esecuzione dell’O.C.C.C. n. 307/14 Occ (p.p. n. 19652/14 RGNR), emessa il 6 giugno 2014 dal G.I.P. del Trib. di Napoli, la cellula degli AMATO-PAGANO penetrata nel territorio maranese ha subito un ulteriore contraccolpo. Il 25 ottobre successivo gli è stata notificata sentenza di condanna emessa dal G.I.P. del Trib. di Napoli (RGNR. 41526/14 RG GIP/GUP/DIB. 14745/15 N.R.). L’ex latitante era fratello del braccio destro del capo clan, ucciso nel febbraio 2015

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