Avevo più o meno 14 anni quando ho ascoltato per la prima volta Hotel California. Sono rimasto scioccato! Un’album di canzoni pop di una bellezza sconvolgente. Un’opera d’arte. L’intero album è un vero e proprio capolavoro di melodie, arrangiamenti e sano rock e roll. Dopo 30 anni suona ancora più fresco e vivo che mai, assai meglio di tanta immondizia musicale che c’è in giro oggi. Ovviamente in questa bellissima opera musicale non c’è solo la title track. L’album contiene delle canzoni bellissime: “the last resort” è una canzone monumentale (parla delle prime migrazioni dei coloni dall’east coast verso la west coast); “new kid in town” è “california” anni 70 allo stato puro; “wasted time” farebbe innamorare anche Bush e Bin Laden (fra loro intendo); “try and love again” è semplicemente bellissima, crepuscolare e malinconica. Questa canzone è stato l’ultimo contributo di Randy Maisner agli aquilotti; “victim of love” è uno dei tanti vertici musicali toccati da Henely & soci; “Pretty maids”, il primo innesto di Joe Walsh nel gruppo, è una vera e propria chicca; “life in the fast lane” è semplicemente perfetta. Molti nel 1976 non capirono la metafora di questa canzone. Oggi questo titolo viene “usato” per indicare la velocità dei ritmi e dei tempi moderni. E’ vero lo ammetto, sono un malato delle aquile. Dopo quasi 25 anni non passa giorno che non ascolti una loro canzone (insieme o singolarmente), ed oggi, come allora, si ritrovano i semplici ingredienti della buona musica di una volta: sperimentazioni, virtuosismi musicali e chitarre distorte (mai portate all’eccesso). Sono andati a vederli per la prima volta a Londra nel 1994 dopo la prima e storica reunion. Poi li ho visti a Lucca qualche anno fa ed ultimamente li ho rivisti a Roma (era di maggio). Che bello!
Questa recensione dell’album degli Eagles “Hotel California”, in occasione del trentennale dalla prima uscita, è stata pubblicata anche sul forum del sito del Corriere Della Sera (www.corriere.it) dell’11 dicembre 2006.
