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venerdì, Aprile 26, 2024
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Soldi falsi: 13 arresti tra Giugliano, Marano, Torre e Casoria. Sequestrati 28 mln di euro contraffatti

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Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di
Napoli e il Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma stanno
eseguendo un provvedimento che dispone misure cautelari personali – emesso dal
Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta della Procura
della Repubblica di Napoli/Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di tredici
persone (otto arresti domiciliari, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e
due divieti di dimora), ritenute responsabili a vario titolo, tra l’altro, per i reati di
associazione per delinquere finalizzata alla produzione e alla commercializzazione di
banconote contraffatte.
L’operazione di oggi s’inquadra in una più ampia e articolata indagine, iniziata nel
2012 e sviluppata sotto la direzione della Procura della Repubblica di
Napoli/Direzione Distrettuale Antimafia, che ha permesso di disvelare la costituzione
e la piena operatività di un’organizzazione

criminale – ramificata sul territorio
nazionale ed europeo, con basi operative in Campania e in Romania – dedita
prevalentemente alla falsificazione di banconote di euro contraffatte ed alla loro
messa in circolazione nel territorio italiano e dell’Unione Europea.
Nel corso dell’attività investigativa, sono state scoperte 3 stamperie clandestine (di cui una
in Romania), complete di macchinari e strumentazione per la produzione di banconote
false, sono stati sottoposti a sequestro oltre 28 milioni di euro di banconote contraffatte
(in specie, 939.775 banconote contraffatte da 10, 20 e 50 euro) e sono stati tratti in arresto
in flagranza di reato 13 responsabili.

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I sofisticati macchinari off set sequestrati nelle stamperie si sono dimostrati altamente
performanti e gli accertamenti effettuati sulle banconote hanno permesso di constatarne la
pregevole fattura, in grado di ingannare facilmente chiunque ne fosse venuto in possesso.
La compagine delinquenziale ruotava attorno alle figure di Angelotti Giuseppe classe 1953, di Marano di Napoli, e Capasso Giovanni classe 58, di Casoria, che avvalendosi di
una decennale esperienza nel settore, hanno allestito stamperie clandestine per la
produzione di banconote contraffatte Euro contraffatte sia in Italia (Torre Annunziata) che
all’estero (Romania).

Per la predisposizione degli opifici abusivi, l’organizzazione si è avvalsa del contributo
essenziale di Rivieccio Aniello classe 1950) e del figlio Michele classe 1979 di Torre del Greco,
esperti manutentori di macchinari tipografici professionali (unitamente a Gargiulo
Sergio ‘cl 56 di Santa Maria Capua Vetere) nonché di appoggi logistici garantiti dalla
complicità di CARILLO Antonio (‘cl 71) e della famiglia VISIELLO (più nel dettaglio,
VISIELLO Gennaro – ‘cl 46 e dei figli Michele ‘cl 70 e SANTO ‘cl 75, tutti di Torre
Annunziata e anche finanziatori delle operazioni illecite).

Il ruolo di intermediario per lo smercio della valuta contraffatta era svolto invece da IZZO
Felice (‘cl 66) di Torre Annunziata che si prodigava nel procacciare clienti interessati
nell’acquisto delle banconote falsificate tra i quali spiccavano le posizioni dei fratelli
Cante, Enrico (cl ’68) e Domenico (‘cl 65) entrambi di Giugliano in Campania.

Il modus operandi utilizzato dalla consorteria criminale consisteva nell’individuare immobili
commerciali riconducibili a soggetti privi di pregiudizi penali specifici per contraffazione di
banconote che davano la loro disponibilità a modificare strutturalmente i locali, ricavando
al loro interno aree opportunamente occultate grazie alla predisposizione di pareti
amovibili.

Una volta impiantato in tutta sicurezza l’opificio clandestino, attraverso la messa in
funzione dei relativi macchinari (prevalentemente macchine da stampa offset
professionali), l’organizzazione iniziava la produzione di banconote contraffatte per un
brevissimo lasso temporale (circa 10/15 giorni nell’arco dei quali potevano stampare oltre
15 milioni di euro falsi) per poi interrompere le operazioni e, in taluni casi, trasferire del
tutto le illecite attività in altri luoghi già preventivamente individuati.

Il sodalizio criminale si era evoluto stringendo accordi con soggetti italiani (di origine
campana) residenti in Romania, titolari di regolari attività tipografiche in quello Stato,
delocalizzando la produzione di banconote contraffatte in territorio estero ed utilizzando le
medesime strategie operative legate all’occultamento dei macchinari.

E proprio in quest’ultimo Paese (in particolare, nella città di Oradea) – ove, per garantire
l’alta qualità della falsificazione, si sono trasferiti gli esperti tipografi napoletani, CAPASSO
e ANGELLOTTI, per oltre sei mesi – a seguito di un’attività di osservazione transfrontaliera
effettuata da militari della Guardia di Finanza, con la collaborazione della polizia nazionale
della Romania, stimolata dai servizi di cooperazione INTERPOL e EUROPOL, è stato
individuato l’opificio riconducibile al gruppo criminale campano. Dopo le conferme
pervenute da sequestri operati in Italia a carico di taluni corrieri di valuta contraffatta
veniva dato l’input all’organo collaterale della Romania per eseguire la perquisizione nel
sito precedentemente individuato, nel corso della quale venivano rinvenuti oltre 13 milioni
di euro in banconote false da 50 euro pronte per inondare il mercato europeo.
La consorteria, benché avesse come “core business” la falsificazione monetaria, non
disdegnava il compimento di altri reati, come ad esempio la detenzione illegale di armi, la
contraffazione delle tessere personali di riconoscimento delle Forze dell’Ordine, nonché la
falsificazione di passaporti e permessi di soggiorno.

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