17.3 C
Napoli
lunedì, Maggio 6, 2024
PUBBLICITÀ

Impronte dei dipendenti sui badge del Comune

PUBBLICITÀ

Tecnicamente si chiama controllo biometrico. Praticamente l’ingresso e l’uscita dal luogo di lavoro vengono registrati con le impronte digitali. Addio vecchio cartellino da timbrare. Dalla prossima settimana, al comune di Giugliano, i dipendenti dovranno avvicinarsi ad una macchina, inserire la tessera personale, appoggiare l’indice della mano destra su un rilevatore elettronico e farsi riconoscere con l’impronta digitale. Non saranno più possibili imbrogli, niente più badge che passa di mano in mano, niente più colleghi che timbrano per tutti. Una piccola rivoluzione che però sta seminando sconcerto e proteste tra i dipendenti, che non vogliono essere «schedati» e che si appellano al garante per la privacy. La decisione dell’amministrazione comunale nasce dall’esigenza di modernizzare tutte le procedure interne all’ente locale. «È una scelta – spiega l’assessore alla Reti tecnologiche Armando Di Nardo – che va nella direzione di una semplificazione dei procedimenti. Il sistema di rilevamento delle impronte digitali ci fa registrare rapidamente le presenze, conservando i dati e consentendo un trattamento più efficace delle informazioni. È un tassello verso quel processo di informatizzazione che stiamo perseguendo da anni». L’operazione, affidata ad una ditta esterna, è costata circa 10mila euro; saranno collocati 11 rilevatori elettronici di impronte nella sede centrale del Municipio e nelle sezioni distaccate. In questi giorni i 290 dipendenti dell’ente stanno «depositando» le loro impronte presso l’ufficio del personale. Qui ogni impronta sarà collegata ad una tessera magnetica nominale. I dati non saranno conservati in un archivio unico centrale ma collegati esclusivamente alla tesserina. «L’impronta la porta il lavoratore – spiegano i tecnici informatici che stanno elaborando il sistema – questa viene conservata sul tesserino da utilizzare al momento dell’ingresso. Non si può, quindi, parlare di schedatura ma solo di incrocio di dati relativi all’identità». Intanto i lavoratori protestano. I dodici sindacalisti della Rappresentanza Unitaria interna si sono rifiutati di depositare le loro impronte. E con loro sembra intenzionati a rifiutare la procedura una parte dei dipendenti. «Abbiamo motivo di ritenere – scrivono i sindacalisti in un documento inviato all’amministrazione comunale – che la procedura adottata violi la normativa sulla privacy. In questo senso chiediamo un accertamento presso la competente autorità e, nell’attesa, la sospensione del provvedimento». Ma l’amministrazione sembra decisa ad andare avanti. Ha dalla sua una relazione tecnica stilata da Mario Magliulo, ingegnere, consulente del Comune, che ha escluso ogni violazione. «I dati personali non vengono conservati – scrive Magliulo – restano in possesso dei dipendenti, sul loro badge». «Andiamo avanti – aggiunge il sindaco Francesco Taglialatela – abbiamo un organico risicato, dobbiamo ottimizzare le risorse. Non possiamo ritrovarci sempre ostacoli ad ogni azione di modernizzazione».



La Cgil: schedati come i criminali

Maria D’Agostino: progetto inutile inaffidabile e punitivo


PUBBLICITÀ

«Questo provvedimento deve essere ritirato. Non siamo disponibili a farci schedare come criminali». Maria Domenica D’Agostino, rappresentante sindacale Cgil del comune di Giugliano, non ha dubbi: «Si tratta di un progetto inutile, punitivo, che viola la privacy e getta un’ombra ingenerosa sui lavoratori comunali». Se non avete nulla da nascondere qual è il problema nel rilevare le presenze con le impronte? «Il problema è di carattere tecnico. I congegni non sono sicuri. Le macchine spesso si inceppano, consegnano informazioni sbagliate. Non ci fidiamo. Poi si sono anche ragioni di carattere organizzativo. Quanto tempo dobbiamo passare vicino agli impianti perchè tutti i lavoratori in ingresso e in uscita si facciano riconoscere con le impronte? Si va verso una schedatura in piena regola. Siamo convinti che si sta violando la normativa sulla privacy. Per questo chiediamo la sospensione del provvedimento in attesa del parere del Garante». Il sindaco vi accusa di rallentare la modernizzazione dell’ente. «Intanto il sindaco dovrebbe dirci per quale motivo non ha ritenuto di informare i sindacati del provvedimento. Non siamo stati consultati su una materia così delicata. Vorrei ricordare all’amministrazione che lavoriamo in condizioni indecenti. Una città con più di 100 mila abitanti non può avere un organico di 290 persone, di cui settanta vigili urbani e il resto negli uffici». C’è chi pensa che il rilevamento con le impronte vi infastidisce perché i controlli diventano seri. «Fino ad oggi non lo erano? Ci sono i badge, ci sono i dirigenti che vigilano. La verità è che si vogliono scaricare le inefficienze amministrative sul personale, accreditando l’idea che i lavoratori vanno messi sotto chiave altrimenti non fanno niente».



ANTONIO MENNA – IL MATTINO 4 APRILE 2007




Badge con impronte dei dipendenti, polemiche al Comune



Giugliano. Le impronte digitali per controllare l’ingresso e l’uscita dei dipendenti comunali dal luogo di lavoro. Al Comune, dalla prossima settimana, accanto ai tradizionali marcatempo, saranno collocati undici apparecchi di rilevamento biometrico. Ad ogni dipendente del Comune sarà consegnato un badge magnetico con in memoria la sua impronta digitale. Il lavoratore dovrà farsi riconoscere collocando l’indice della mano destra su un rilevatore elettronico. Un sistema di controllo innovativo, che viene usato solo in alcune strutture ad alto rischio (caveau di banche, aeroporti) e in alcune scuole private del nord Italia per evitare l’accesso agli estranei. I lavoratori del Comune, però, non ci stanno. «Vogliono schedarci come delinquenti – commenta Maria Domenica D’Agostino, rappresentante aziendale della Cgil – Hanno avviato una procedura così delicata senza nemmeno consultarsi con i sindacati. Presenteremo un ricorso al Garante per la privacy». L’autorità di garanzia si è già pronunciata sulla materia il 21 luglio del 2005 con un provvedimento che vietava a un’azienda privata di utilizzare le impronte digitali per controllare le presenze dei lavoratori. Ma dal Comune insistono. «Non c’è alcun rischio per la dignità dei dipendenti – spiega il sindaco Taglialatela – L’impronta viene conservata nel tesserino che rimane in possesso del lavoratore. Non c’è possibilità di abuso».

an.me. IL MATTINO 05/04/2007

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Augura la morte ai sanitari e tenta di strangolare un’infermiera, panico all’ospedale di Torre del Greco

Una nuova aggressione ai danni del personale sanitario si è verificata qualche giorno fa all'ospedale Maresca di Torre del...

Nella stessa categoria