Aborto sospeso per mancanza di medici non obiettori. E’ accaduto all’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Il servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza sarà sospeso fino a luglio, per mancanza di medici non obiettori.
Aborto sospeso all’ospedale di Caserta: mancano medici non obiettori
Il servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza è stato sospeso all’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, a causa della mancanza di medici non obiettori. L’unico ginecologo non obiettore dall’ospedale è stato dimesso, come spiega il Direttore Generale Gaetano Gubitosa. Il Direttore Generale assicura che entro luglio ripartirà il servizio, ma prima di allora la possibilità di abortire resta sospesa. I motivi sembrano essere dovuti alla carenza di personale e a un inadeguato ricambio di un altro medico non obiettore.
Scatta il dibattito locale
L’evento ha suscitato preoccupazione e critiche da parte delle associazioni di cittadini e partiti. Tra questi, i partiti del campo progressista casertano (Partito Democratico, Movimento 5 stelle, Partito Socialista Italiano, Sinistra Italiana, Caserta Decide e Speranza per Caserta) hanno richiesto un incontro a Gubitosa per avere chiarimenti. In una nota congiunta i partiti casertani affermano:
“Questa criticità non è frutto di contingenze irrisolvibili, ma dell’assenza di una programmazione strutturale e di un’adeguata gestione delle risorse umane, a fronte di soluzioni percorribili come il ricorso a personale esterno qualificato, già previste nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale; non può essere tollerato che il pieno rispetto dei diritti e della salute delle persone gestanti venga vanificato da carenze organizzative.”
La gravità dell’evento: compromessi i diritti delle gestanti
La sospensione del servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza è un evento molto grave, che compromette il diritto alla salute delle gestanti. L’Interruzione Volontaria di Gravidanza è infatti tutelata dalla legge 194 del 1978, che stabilisce le modalità e i termini (90 giorni) entro i quali la donna può interrompere una gravidanza indesiderata. La legge contempla anche la possibilità, per i professionisti sanitari, di essere obiettori di coscienza tranne nei casi di urgenza che mettono in pericolo la donna. Ma allo stesso tempo, afferma chiaramente che le strutture pubbliche sono obbligate a garantire comunque il servizio.
Purtroppo la situazione attuale italiana prevede un alto tasso di medici obiettori, soprattutto al Sud Italia. Questo rende difficile assicurare l’aderenza al servizio a tutte le gestanti. E’ necessario andare oltre le carenze organizzative e facilitare l’accesso a questo servizio, la cui possibilità è riconosciuta legalmente e costituisce un diritto di tutte le donne.

