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Achille Lauro, l’ex fidanzata: “La sua canzone di Sanremo è dedicata a me”

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Dietro ogni canzone c’è una storia. A volte, è una storia di dolore e di riscatto, di sogni e di solitudine. È il caso di Incoscienti Giovani, il brano che Achille Lauro ha portato a Sanremo 2025 e che, nelle ultime ore, ha assunto un significato ancora più profondo grazie a una lettera struggente.

A scriverla è “S.“, la sua prima fidanzata. Un racconto intimo e commovente che svela il passato difficile dell’artista, segnato dall’abbandono, dalla povertà e da quell’irrefrenabile bisogno di scrivere, come unico modo per sopravvivere alle proprie ferite.

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Achille Lauro, un ragazzo difficile e sognatore

Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati“, si legge nella lettera. “S.” racconta di un ragazzo segnato dalla vita, che si portava dentro traumi mai raccontati, nascosti dietro una corazza di silenzio.

Cresciuto in una famiglia complicata, Achille Lauro ha vissuto un’adolescenza tormentata. A 14 anni, ha lasciato la casa dei genitori e ha iniziato a cavarsela da solo. “Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo. Per mia madre era come un figlio“, scrive l’ex compagna, sottolineando il legame speciale che l’artista aveva stretto con lei e con la madre.

Ma Lauro non ha mai chiesto aiuto. “Si vergognava“, racconta. “Dormiva dove capitava. Ricordo quell’hotel fatiscente a una stella a Boccea, che odiava, e quella vecchia Peugeot 206 grigia. Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e sui suoi amici. Diceva: ‘Tranquilli, sto da un amico’, ma poi finiva a dormire in macchina, nascosto in qualche parcheggio.”

L’amore, la musica e il dolore che resta

Nonostante la sofferenza, la sua sensibilità è sempre stata il suo dono più grande. “Chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa“, scrive “S.”. Ed è forse proprio questa capacità di trasformare il dolore in arte ad aver reso Achille Lauro uno degli artisti più autentici e intensi della scena musicale italiana.

Oggi, le sue canzoni continuano a raccontare quelle notti in macchina, quell’amore giovanile fatto di incoscienza e sogni. E per “S.”, Incoscienti Giovani è molto più di un brano per Sanremo. È un pezzo della loro storia. “Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre innamorata di quel ragazzino sognatore“, conclude.

E forse, in fondo, è proprio questo il senso della musica: dare voce a chi non ha mai avuto il coraggio di raccontarsi, trasformare il dolore in melodia.

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