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venerdì, Marzo 29, 2024
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Anche il clan Orlando sul business del covid, imponevano sapone e detersivo

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Anche il clan Orlando sul business covid, imponevano sapone e detersivo. Stamattina i carabinieri della compagnia di Marano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, a carico di 2 giovani originari di Marano, C.A. e D. M., rispettivamente di 31 e 25 anni. I due sono ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione in concorso e illecita concorrenza. Entrambe le condotte aggravate dal metodo mafioso per aver commesso i fatti contestati. Si sono avvalsi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al sodalizio camorristico denominato clan Orlando.

IL RACKET DEL CLAN ORLANDO

Le indagini effettuate dalla sezione operativa di Marano, coordinate dalla Dda partenopea, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. In qualità di impiegati in una società maranese dedita al commercio della carta, riconducibile al clan, lo scorso gennaio, hanno tentato di intimidire un imprenditore locale. L’uomo era intento ad eseguire la fornitura di prodotti “casalinghi” come carta, sapone, detersivi ed altro. Le minacce sono avvenute dentro una scuola comunale, a seguito di aggiudicazione di regolare appalto.

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LE MINACCE

Come si vede dalle immagini di videosorveglianza, la vittima è stata avvicinata dai 2 nei pressi dell’istituto. Dopo avergli intimato di non effettuare più consegne a Marano perché solo loro potevano farlo. Inoltre gli hanno imposto di tornarsene da dove era venuto e non tornare più nella zona di loro influenza, poiché sarebbe ad appannaggio del clan Orlando . Gli arrestati sono rinchiusi nel carcere di Secondigliano. La camorra continua a speculare anche sull’emergenza coronavirus. Ieri c”è stato un blitz contro la Vanella Grassi. Gli uomini della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone (5 in carcere e 2 obblighi di dimora). Inoltre sono state sequestrate 11 società, beni mobili e immobili per un valore stimato di circa 10 milioni di euro

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