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martedì, Aprile 30, 2024
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Assurdo a Lecce: in carcere per un anno da innocente, l’avevano scambiato per il fratello

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Un anno in carcere e 6 mesi ai domiciliari da innocente. È l’incredibile storia che vede protagonista Ivan Petrelli, un 45enne di Carmiano (Lecce) condannato a causa di uno scambio di persona. Ora, dopo l’errore giudiziario che ha stravolto la sua vita e quella della sua famiglia, chiede allo Stato un maxi risarcimento da 300mila euro.

L’uomo era stato accusato di un pestaggio a cui non aveva mai partecipato. Una spedizione punitivia alla quale, invece, aveva preso parte suo fratello, all’epoca dei fatti molto somigliante (come si può notare nella foto pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno: a sinistra Ivan, a destra il fratello Mimmo).

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La vicenda

La sera del 10 settembre 2018, avvenne un pestaggio nelle campagne di Carmiano da parte di un gruppo di persone ai danni di due uomini, sospettati di aver rubato a casa di uno dei parenti del branco. Le due vittime vennero prelevate e portate nel luogo isolato, dove vennero prese a calci e pugni. Dopo l’aggressione, fu chiesta poi loro la cifra di 8mila euro a titolo di “risarcimento”. Il 16 ottobre furono emesse sei ordinanze di custodia cautelare con le accuse di sequestro di persona a scopo estorsvio e lesioni personali aggravate, tra i destinatari c’era anche Ivan Petrelli. A incastrarlo furono le dichiarazioni di una delle vittime. Una volta arrestato, Petrelli si avvalse della facoltà di non rispondere, ma quando sei mesi dopo si decise a professare la sua innocenza fu ritenuto inattendibile.

L’innocenza di Ivan è stata poi dimostrata grazie alla perizie del gps dell’auto e del cellulare. Seguirono l’autodenuncia del fratello Mimmo e le dichiarazioni spontanee fatte dagli altri destinatari dell’ordinanza di custodia, ma anche la testimonianza della moglie di una delle vittime, che negò la presenza di Ivan nel gruppo di aggressori. Così il Tribunale del Riesame nel gennaio 2020 gli aveva ridato la libertà. Ma la doccia fredda era arrivata poche settimane dopo con la sentenza di condanna a 11 anni emessa dai giudici della Corte d’Assise, che fu poi ribaltata in Appello.

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