“Benzina, pasta e pane aumenteranno ancora”, l’allerta di Vincenzo De Luca sugli effetti della guerra in Ucraina. Nella consueta diretta del venerdì pomeriggio il presidente della Campania ha affrontato vari temi di attualità come l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina, il coronavirus e la situazione sanitaria regionale.
“Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come previsto, la guerra sta andando verso un crescendo di aggressività. Putin si trova in un vicolo cielo perché ha sottovalutato la resistenza ucraina e il loro livello di armamento. Penso si vada verso uno scenario vietnamita, cioè guerriglia e penalizzazione dei civili. La priorità è il cessate il fuoco ma non ci sono margini per avere una trattativa diplomatica breve. L’invasione russa punta ad occupare la fascia meridionale e alcune delle città principali come Kiev, dopo si aprirà alle trattative. – spiega De Luca – L’obiettivo dell’Europa deve essere la pace ma bisogna trovare un punto di equilibrio. Dobbiamo usare le sanzioni contro la Russia come merce di scambio per trovare un compromesso”
“C’è un risultato positivo, l’unità dell’Europa e deve essere giocato in funzione della pace. L’Ucraina uscirà distrutta dall’invasione , inoltre, abbiamo interesse di ripresa di dialogo tra paesi ma ci vorranno anni”.
LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA SECONDO DE LUCA
“Abbiamo un flusso di profughi anche in Campania perciò abbiamo creato un’unità di crisi. Siamo impegnati sul versante sanitario della vicenda. La situazione ad oggi è sotto controllo all’ospedale del Mare abbiamo avuto 1653 stranieri temporaneamente presenti. Il livello di vaccinazioni dei profughi è bassissimo, quindi, dobbiamo fare attenzione che si non diffondano focolai di infezione covid. Inoltre c’è un livello elevato di altre patologie come tubercoli ed epatite. Quindi dobbiamo fare un lavoro di screening tra tamponi e vaccinazioni, così come altre patologie poi le vaccinazioni ai bambini”.
BENZINA, PASTA E PASTA
“Le conseguenze della guerra riguarda la benzina che è arrivata oltre 2 euro a litro. C’è un problema energetico che tocca famiglie e imprese. Le sanzioni si scaricano anche su di noi. Ci sono problemi per i trasportatori su gomma, mezzi privati e pescherecci. La Russia ha bloccato l’esportazione di grano e mais fino ad agosto. Non avere argilla ucraina significa non averne per pelli, scarpe, borse. Una situazione di guerra e il mantenimento delle sanzioni, oggi necessarie, se si prolungano cominceranno a mordere sulla nostra carne”, dice De Luca.
IL RACCONTO DELLE UCRAINE
“Abbiamo viaggiato per due giorni, con il bus dall’Ucraina dell’est. Aspettavamo da diversi giorni ma alla fine abbiamo deciso di lasciare casa. Avevamo paura per i bambini perché la città è stata bombardata di nuovo e quindi abbiamo deciso di scappare“. Così Ulliana, profuga dall’Ucraina, racconta all’Ansa i suoi ultimi giorni traumatici al suo arrivo a Napoli, accolta da sua sorella che vive qui e che ora l’ha accompagnata alla Mostra d’Oltremare per il permesso sanitario e il controllo sul covid con il tampone.
“Mia sorella – spiega – vive a Napoli da tempo, ci siamo sentite spesso in questi giorni e lei mi ha proposto di venire qui. Ho deciso di accettare solo per i bambini e siamo scappate da casa. Ho lasciato in Ucraina i miei genitori e mio marito, è stato molto duro partire senza di loro. Mio marito è rimasto lì a combattere, è un muratore ma ora si è arruolato e sta proteggendo la città dai russi. Non sappiamo cosa aspettarci dal futuro, stiamo aspettando la pace, ma intanto sappiamo che la guerra continua, stamattina mio marito mi ha detto che ci sono stati bombardamenti aerei. Ora noi siamo qui ma non vediamo l’ora di tornare in patria, appena finisce la guerra torniamo nella nostra città“.
In coda per il permesso sanitario c’è anche Angelica che viene da Djetoner, cittadina vicino a Kiev. “Mia madre – racconta – lavora a Napoli da 12 anni e quindi ho deciso ora di raggiungerla perché adesso la situazione è molto pericolosa, tutta la nazione è attaccata dalla Russia e mia madre mi ha detto di venire a Napoli per stare sicura. Ho qui i figli e i nipoti. Siamo venuti con due nostre automobili, siamo stati sei giorni in viaggio per le lunghe distanze e i controlli e ora siamo arrivati. Ora qui sappiamo di essere al sicuro ma stiamo aspettando la fine della guerra per tornare a casa“.