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venerdì, Marzo 29, 2024
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Sospetti sullo schianto del Boeing cinese: “Fatto precipitare volontariamente'”

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Le prime indicazioni emerse dall’esame delle scatole nere hanno tracciato uno scenario inquietante: il Boeing di China Eastern, schiantatosi al suolo il 21 marzo scorso con 123 passeggeri e 9 componenti dell’equipaggio, è stato fatto precipitare intenzionalmente e non è chiaro se per scelta di qualcuno che si trovava nella cabina, di un pilota o addirittura di un intruso.

Il Wall Street Journal ha riferito in esclusiva le ricostruzioni preliminari del grave incidente, tra i peggiori della storia della Repubblica popolare, con l’aereo che stava viaggiando ad alta quota quando ha cambiato improvvisamente la rotta per andarsi a schiantare in picchiata e senza alcun allarme o richiesta d’aiuto sulle montagne impervie di Wouzhou.

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GIALLO SUL PILOTA AUTOMATICO

I dati di volo hanno indicato che qualcuno nella cabina di pilotaggio ha fatto schiantare con un’azione ben definita, disattivando il pilota automatico, il Boeing 737-800 di China Eastern, secondo fonti familiari con la valutazione preliminare fatta dai funzionari Usa sulle cause della tragedia costata la vita a 132 persone.

L’aereo, perfettamente funzionante e con l’equipaggio in condizioni idonee al volo, ha fatto in altri termini quello che “gli era stato chiesto di fare”: dalla navigazione in alta quota all’improvvisa discesa quasi verticale a sfiorare velocità del suono fino allo schianto e alla polverizzazione in quasi 50.000 pezzi. I dati di una scatola nera recuperata (la seconda era stata stata recuperata in condizioni definite “problematiche”) hanno infatti suggerito che gli input ai comandi sono all’origine della picchiata fatale, ha scritto il Wsj. Ufficialmente l’indagine è gestita dalle autorità cinesi che finora hanno fornito scarne informazioni, ma l’analisi delle scatole nere è finita nelle mani di un team investigativo occidentale, negli Usa, creando una situazione di malumori tra le due parti.

LO SCHIANTO

Il volo MU-5735 era decollato dall’aeroporto di Kunming Changshui il 21 marzo, poco dopo le 13 locali (le 6 in Italia) diretto a Guangzhou, il capoluogo del Guangdong, mentre circa un’ora dopo aveva bruscamente perso quota senza lanciare allarmi o segnali. A circa 40 secondi dallo schianto il Boeing aveva all’improvviso ripresa leggermente quota, ma alle 14.23 il radar di terra aveva smesso di ricevere segnali fino alla parte finale del volo in picchiata e dell’impatto devastante sull’area montuosa del Guangxi. Difficile attribuire allo stato le responsabilità in assenza di indagini più approfondite in gran parte di competenza cinese, anche se secondo il quotidiano Usa l’attenzione si sarebbe concentrata sulla figura del comandante.

 

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