Aveva solo 29 anni lo studente ritrovato morto nella sua casa di Chieti dalla sorella. Il giovane si è tolto la vita impiccandosi, le motivazioni della triste scelta sono state affidate ad un block notes.
L’ennesimo studente suicida
A scoprire il corpo è stata la sorella che rientrata nell’appartamento che condividevano ha visto la triste scena. Il fratello si era impiccato lasciando le motivazioni dell’estremo gesto su di un block notes. Appena visto il fratello la giovane ha allertato il 118, ma ormai non c’era più nulla da fare.
Il block notes, di 42 pagine, conteneva tutti i pensieri e le spiegazioni che hanno portato il giovane studente a togliersi la vita. L’ennesimo caso in quest’anno di uno studente che, stremato dal peso di fallire, dalle aspettative di una società che osanna chi prende laure in pochi mesi (con metodi decisamente non lineari), si toglie la vita.
Una vita spezzata, una vita che poteva fare e dare tanto e che forse avrebbe dovuto già ricevere di più. L’ambizione ed il raggiungimento di una posizione professionale che ci appaghi sono indubbiamente una parte importante della “costruzione del se” ma non ci si può uccidere di università. Le pagine del diario parlavano di tutti gli esami che il ragazzo raccontava di aver sostenuto ma nella realtà non era vero. Ognuno ha il suo percorso, ognuno ha i suoi tempi e non per questo è più o meno dell’altro. La competitività è nella natura umana ma il confronto costante con l’altro (spesso sbagliato) è deleterio e logorante.
