Potrebbe essere stato un corto circuito o, un sovraccarico di corrente, a far scatenare il vasto incendio nel deposito di Via Calamandrei. Gli inquilini del Palazzo di proprietà Cesarano, sono state alloggiate temporaneamente in un albergo della zona.
Dal primo momento, infatti, la Commissione Straordinaria di Calvizzano, presieduta dal vice prefetto Luca Rotondi, si è mossa dunque, in un dialogo continuo con le strutture del territorio per trovare una sistemazione temporanea che potesse essere la più decorosa possibile per queste persone.
Alla fine, è stata trovata la disponibilità di un albergo di viale della Resistenza, in attesa del responso dei vigili del fuoco, che non è tardato ad arrivare.
L’altro ieri sera, infatti, la Polizia Municipale di Calvizzano, coordinata dal Sovraordinato Biagio Chiariello, ha intimato agli 11 nuclei familiari, non solo di rilasciare l’albergo entro lunedì prossimo per non gravare ulteriormente sul bilancio comunale, ma di trovare anche un alloggio alternativo, visto che la palazzina di proprietà Cesarano, è stata dichiarata inagibile dai vigili del fuoco.
L’incendio, scoppiato attorno alle 17:00 di martedì scorso all’interno di un deposito di materiali di plastica, ha coinvolto gran parte dell’edificio dove abitavano le famiglie.
L’immobile è stato dichiarato inagibile dai Vigili del fuoco ed in base alla relazione tecnica redatta dagli esperti, nessuno dei nuclei familiari potrà fare ritorno a casa.
Il parroco Don Ciro Tufo, si è subito attivato con la Caritas per un alloggio a Castel Volturno .
Lo stabile in cui alloggiavano i nuclei familiari, due anni fa era stato sottoposto a sequestro dalla Guardia di Finanza per elusione fiscale.
Per ora le 40 persone evacuate e poi rimaste senza casa in seguito al vasto incendio scoppiato martedì scorso in via Calamandrei, a Calvizzano, stanno bene, anche se un po’ agitate.
Ricordiamo che l’incendio ha visto impegnati una dozzina di vigili del fuoco, 7 autobotti, una decina di carabinieri, personale della protezione civile, dell’Arpac, della polizia locale e del Comune, che hanno lavorato ininterrottamente per oltre dieci ore.
di Angelo Covinoj

