Secondo un nuovissimo studio riportato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con altri istituti dell’università Sapienza di Roma e l’Aldo Moro di Bari, nei Campi Flegrei si sarebbe registrata una delle più grandi eruzioni ben 109mila anni fa.
La ricerca dell’antica eruzione
Gli studi sono stati svolti grazie a dei campioni di alcuni materiali prelevati sul suolo e grazie alle ceneri vulcaniche. Queste ultime sono la prova più importante che gli studiosi hanno per comprendere meglio la natura di alcuni fenomeni naturali. Nuove eruzioni, ad esempio, possono essere scoperte e datate con il recupero delle ceneri anche dopo millenni, come in questo ultimissimo caso. Naturalmente il recupero di questi materiali non è facilissimo poiché, soprattutto nella zona dei Campi Flegrei, essi sono sepolti a decine e decine di chilometri di profondità.
Lo studio ai Campi Flegrei, Roma e in Grecia
Vista la grande difficoltà di reperire campioni utili alla ricerca, gli esperti hanno dovuto allargare il loro campo di ricerca spostandosi fino a Roma. Altri sopralluoghi sono avvenuti sulle coste della Grecia, fornendo anche dati abbastanza utili. Il team guidato da Giada Fernandez è riuscito a scoprire una nuova eruzione avvenuta nella zona dei Campi Flegrei circa 109mila anni fa. Questa “nuova” eruzione ha fatto registrare una magnitudo di circa 7.6. Con questo dato, “Eruzione di Maddaloni”, ha quasi superato l’eruzione avvenuta circa 40mila anni fa che è stata la più grande e devastante di tutto il continente europeo.
Le parole degli esperti
“Le ceneri prodotte– ha spiegato Fernandez – dalle grandi eruzioni, depositate in aree remote rispetto al vulcano, offrono la possibilità di estendere molto indietro nel tempo lo studio della storia eruttiva. Come le impronte digitali o il Dna distinguono i singoli individui, alcune proprietà delle ceneri rinvenute nei sedimenti marini o lacustri possono consentire agli scienziati di identificare la sorgente vulcanica“

