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mercoledì, Maggio 8, 2024
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“Dovevamo fare 2 video, il primo l’ho tenuto”, la confessione di Fontana dopo la morte di Carol

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Davide Fontana ha confessato ed è stato sottoposto a fermo. Il 43enne è il presunto responsabile dell’omicidio di Carol Maltesi, la giovane ritrovata cadavere e fatta a pezzi a Borno una settimana fa. Il bancario milanese è un amico e vicino di casa della vittima, nota nel mondo del cinema hard con il nome arte Charlotte Angie.

L’uomo ha confessato la scorsa notte ai carabinieri durante un interrogatorio durato tre ore. Inoltre è durato meno di mezz’ora l’interrogatorio, stamattina, in carcere di Fontana,  assistito dal suo legale Stefano Paloschi, davanti al gip Angela Corvi per l’interrogatorio di convalida del fermo.

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IL RACCONTO DI FONTANA AI CARABINIERI

Ho legato la ragazza ad un palo con un nastro telato nero e un sacchetto di plastica nero sulla testa. Era in piedi, con i polsi legati dietro la vita e al palo. In una seconda fase l’ho slegata dal palo, l’ho sdraiata a pancia in su e le ho legato nuovamente i polsi al palo, e anche i piedi. Ho poi preso un martello e iniziato a colpirla su tutto il corpo, non forte, partendo dalle gambe. Quando sono arrivato verso la testa ho iniziato a colpirla forte, non so bene il perchè – ha raccontata Fontana ai carabinieri come riportato da La Stampa.

Credo che a quel punto fosse già morta. E non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina che poi ho buttato in un cestino dell’immondizia. Mi è sembrato un atto di pietà, vedevo che stava soffrendo. Non so che giorno fosse, la mattina del 10 o dell’11 gennaio; dovevamo fare due video, il primo l’ho tenuto”. Fontana ha infatti spiegato di avere cancellato il secondo video dal telefonino e gli esperti dell’Arma stanno ora cercando di recuperarlo per avere una conferma al suo racconto.

“UN GIOCO EROTICO FINITO MALE”

Nel corso della sua confessione il presunto assassino ha detto di aver ucciso Carol Maltesi durante un gioco erotico e di averla colpita con un martello, a gennaio scorso. “Poi non ho più capito nulla” ha aggiunto. L’uomo ha anche detto di aver comprato un congelatore apposta per nascondere i resti della donna. Congelatore che ha installato nell’abitazione della vittima dove è stato tenuto il cadavere della ragazza, fatto a pezzi e poi gettato in un dirupo. Poi è stato trovato il 21 marzo scorso in alcuni sacchi neri. L’accusa per il presunto assassino Davide Fontana è di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Ha confessato l’omicidio, la distruzione del cadavere e l’occultamento, prima dell’arrivo del suo legale.

LA DECISIONE DI CONFESSARE

Lo scorso 20 marzo l’auto intestata a Carol Maltesi era transitata proprio in territorio di Borno, condotta da un uomo. Poi, ieri, l’uomo, amico e vicino di casa della vittima, si era presentato ai carabinieri per fornire informazioni sulla donna scomparsa, “offrendo circostanze che subito si rivelavano contraddette dalle emergenze investigative fino a quel momento acquisite”, spiega chi indaga. Il magistrato e i carabinieri, che nel frattempo avevano raccolto elementi che collocavano Fontana nel territorio di Borno la mattina di domenica 20, lo hanno sottoposto ad una serie di contestazioni, anche in sede di formale interrogatorio, nel corso della notte alla presenza del difensore. L’uomo alla fine ha deciso di confessare. L’omicidio e la distruzione del cadavere è avvenuto a Milano mentre solo l’occultamento è avvenuto a Brescia. Dopo l’interrogatorio di convalida il fascicolo passerà per competenza al tribunale milanese

FONTANA USAVA IL TELEFONE DI CAROL

I due erano vicini di casa e avevano avuto una relazione. Fontana ha raccontato che nessuno in questi mesi ha cercato Carol. “Solo la mamma con alcuni messaggi whatsapp e l’ex compagno sempre con messaggi. Al telefono nessuno” ha detto il 43enne ai carabinieri a Brescia. Da gennaio ad oggi ha utilizzato il telefono della vittima. “Ho pagato anche l’affitto di casa sua” ha detto.

I carabinieri di Breno che hanno posto i sigilli agli appartamenti di entrambi e alla macchina di lui parcheggiata nel cortile mentre quella di lei, che Fontana ha usato per trasportarne il cadavere fatto a pezzi, è in una via limitrofa. La cascina si trova quasi nel centro del paese dell’hinterland milanese.

 

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