“Non esiste nessun timbro fantasma. Le dichiarazioni di Cristoforo Tartarone sono molto gravi e lesive non solo della mia reputazione ma anche delle altre persone tirate ingiustamente in ballo”. A parlare è Pasquale Di Fenza, consigliere regionale citato anche lui nell’esposto presentato dal medico, ex assessore e consigliere comunale su presunti “abusi” nell’autenticazione della lista di Azione alle ultime Amministrative tenutesi a Giugliano (leggi qui l’articolo).
E’ durissima la replica di Di Fenza: “Tartarone ha infangato il mio nome e quello di altre tre persone (Rosario Ragosta, Paolo Russo, Angelo Abbate) solo perché non ha ottenuto quello che voleva, ovvero l’assessorato. Come si dice a Napoli “‘a gatta, quanno nun pò arrivà ò llardo, dice ca fète”. Perchè non ha parlato immediatamente dopo le elezioni ma ha aspettato ben 3 mesi? Si vede che qualcosa non gli è andato bene ed ha reagito in modo meschino, ipocrita e con cattiveria. Invece di accettare la sconfitta politica, ha inscenato questa pantomina facendo accuse assurde”, dichiara Di Fenza, che respinge tutte le accuse mosse a sui carico: “essendo un libero professionista conosco bene le procedure di autenticazione, nemmeno la mia collaboratrice più stretta ha disponibilità del mio timbro figuriamoci gli altri. Spero che il partito prenda un’azione disciplinare nei confronti di Tartarone. Io ho già dato mandato al mio avvocato per una controquerela e so che anche le altri persone citate si stanno muovendo in tal senso. Io ho la coscienza pulita”, conclude Di Fenza.