15.5 C
Napoli
venerdì, Marzo 29, 2024
PUBBLICITÀ

Da Afragola alla conquista di Roma: il romanzo criminale dei boss Moccia

PUBBLICITÀ

Da Afragola alla conquista di Roma: il romanzo criminale dei boss Moccia.  Alle prime luci dell’alba, nelle province di Roma e Napoli, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coadiuvati dai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone, di cui 8 in carcere e 5 ai domiciliari.  Tutte indagate a vario titolo per i reati di estorsione e fittizia intestazione di beni con l’aggravante dal metodo mafioso, nonché esercizio abusivo di attività creditizia. Tra gli arrestati anche Angelo e Luigi Moccia, a capo dell’omonimo clan camorristico.

LA STORIA DEL CLAN MOCCIA

Il clan Moccia di Afragola è una storica organizzazione camorristica, protagonista di accese faide tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Tuttora è operante nei comuni della provincia partenopea di Afragola, Casoria, Arzano, Caivano, Cardito, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore nonché, negli ultimi anni, anche sul territorio romano. Fulcro di tale associazione era Gennaro Moccia, ucciso il 31 maggio del 1976 in un agguato dovuto ai contrasti tra la sua egemonia e il contrapposto clan Giugliano che, all’epoca, controllava il territorio di Afragola.

PUBBLICITÀ

DA AFRAGOLA A ROMA 

In seguito la famiglia fu retta dall’indagato Angelo Moccia che, al termine della prima e della seconda guerra di camorra, dopo gravi vicende di sangue, fu destinatario di una condanna all’ergastolo per i procedimenti penali che ne scaturirono.  A seguito di tale condanna, Angelo decise di costituirsi nel 1992 nel carcere de L’Aquila, affermando di essere intenzionato a troncare il proprio passato criminale ed intraprendere la strada della cosiddetta “dissociazione”. In tale occasione lo stesso aveva dichiarato che non avrebbe accusato nessuno, ma soltanto riconosciuto le proprie responsabilità. A partire dal 2010 le famiglie di Angelo Moccia e del fratello Luigi si trasferirono a Roma. Dopo la scarcerazione del 2016 anche Angelo andò a vivere ai Parioli.

ESTORSIONE DA 300MILA EURO

Il provvedimento cautelare odierno si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo. Indagine sviluppata tra gennaio 2017 e ottobre 2018 che ha permesso di accertare il reinvestimento di capitali illeciti nel campo della ristorazione romana da parte dello storico clan Moccia di Afragola.

Documentata le fasi della richiesta estorsiva e della riscossione di 300mila euro posta in essere da esponenti di spicco del citato sodalizio criminale in danno di imprenditori inseriti nel settore della ristorazione. Quest’ultimi avevano ottenuto dal Tribunale di Roma – Sezione Misure Patrimoniali – la gestione di quattro locali dislocati nel centro della Capitale tra Castel Sant’Angelo, Quirinale e Piazza Navona. I quattro furono oggetto di un precedente sequestro di  prevenzione operato per evasione fiscale nei confronti di un noto manager romano del settore, riconducibile, all’esito della presente indagine, al capoclan Angelo Moccia.

FACCENDIERI E IMPRENDITORI

Individuata una rete di imprenditori e faccendieri che si intestavano fittiziamente società nel campo della ristorazione, beni mobili e immobili riconducibili ai sodali. Tutto al fine di favorire il clan camorristico e di eludere le investigazioni patrimoniali.

Accertata l’abusiva attività finanziaria svolta dagli esponenti apicali del clan Moccia. Attività illecita svolta tramite prestiti di ingenti somme di denaro contante in favore di 3 imprenditori, uno dei quali figlio di Gigi D’Alessio. Le attività investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, avviate nel 2017, poco tempo dopo la scarcerazione di Angelo Moccia, hanno documentato la sua operatività del fratello Luigi nella commissione dei reati oggetto di misura cautelare, confermandone l’invariata condotta criminale. La forza intimidatrice profusa dal clan Moccia è riuscita a far breccia nel tessuto imprenditoriale e commerciale della Capitale, riuscendo ad assoggettare onesti imprenditori.

I COLLETTI BIANCHI

Inoltre rilevato come diversi insospettabili professionisti entrati in affari con il sodalizio mafioso. Si sono messi a disposizione del capo indiscusso Angelo Moccia, vincolandosi a rispettare le regole e le riverenze imposte dal sodalizio.  L’imponente liquidità in possesso del clan veniva reinvestita dai Moccia, oltre che nelle attività commerciali, anche esercitando un’attività abusiva di esercizio del credito. Venivano, infatti, concessi prestiti a una serie di soggetti pretendendo dagli stessi interessi variabili, allo stato non ancora determinati.

IL PATRIMONIO DEL CLAN A ROMA

Le risultanze investigative hanno consentito di ricostruire e individuare parte del patrimonio del clan. Valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Il G.I.P. ha emesso un decreto di sequestro preventivo anche ai fini di confisca in quanto corpo, prezzo o prodotto del reato.

Una società con sede legale in zona Pantheon, che all’epoca dei fatti gestiva un ristorante  fittiziamente intestata a persona compiacente. Una società in zona Castel Sant’Angelo, che all’epoca dei fatti gestiva un ristorante nelle vicinanze, fittiziamente intestata a persona compiacente. Immobile di lusso ubicato in via Filippo Civinini, riconducibile ad Angelo Moccia. Tre autovetture riconducibili ad alcuni degli indagati.

IL VIDEO DEL BLITZ CONTRO I MOCCIA

Il figlio di Gigi d’Alessio vittima del clan Moccia: “Serve respiro, fammi lavorare”

 

Seguici Sui Nostri Canali Social. Rimani Aggiornato Sulle Notizie Di Oggi

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Racket per gli Scissionisti a Melito, condannato l’ex comandante Marrone

Si è concluso questa sera il processo di primo grado relativo all’inchiesta sul racket a Melito che vedeva il...

Nella stessa categoria