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venerdì, Marzo 29, 2024
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Conte pronto ad un nuovo Dpcm: palestre, parrucchieri, estetisti e movida verso la chiusura

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Il bollettino Covid di oggi segna un nuovo picco nella seconda ondata di contagi. E il governo corre ai ripari con un nuovo Dpcm atteso, già nel weekend, per fronteggiare la preoccupante ripresa della pandemia.

Tra le ipotesi di cui si ragiona ci sarebbero smart working obbligatorio (in una percentuale da definire), lo stop agli eventi e una nuova stretta allo sport, tra palestre e sport di contatto, oltre ad orari più scaglionati a scuola e più didattica a distanza soprattutto alle superiori. E ancora. Si inaspriscono le misure che riguardano locali, pub e ristoranti, che potrebbero chiudere già alle 22 o 23, quindi prima rispetto all’orario fissato nell’ultimo Dpcm che fissa come orario la mezzanotte. Nulla è deciso. Il Pd fa pressioni e chiede un intervento veloce con misure più dure.

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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, da Fiorenzuola d’Arda nel Piacentino, dove si trova per una visita in occasione dello stanziamento di finanziamenti a proposito della situazione dei contagi da Sars-Cov2, interviene subito spiegando: “Nessuna decisione è stata assunta in questo momento. Leggo un’abbondanza di indiscrezioni, ma noi siamo qui e analizziamo tutti i dati, ci confrontiamo con le Regioni. Non inseguiamo le indiscrezioni – aggiunge – C’è un problema serio, non dobbiamo nasconderlo” ma “ci sono istituzioni, scienziati che stanno lavorando. Facciamo le cose per bene”. Il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, si rivolge proprio alle Regioni: “Massima disponibilità e massima trasparenza, trasmettiamo tutti i dati a tutti e chi ha bisogno di aiuto lo dica. Ma prima di intervenire su lavoro e scuola”.

La denuncia di Arcuri

Intanto, il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, al termine della Stato-Regioni, denuncia: “In questi mesi alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le subintensive. Prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma, in base ai dispositivi forniti, dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive. Chiederei alle regioni di attivarle. Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui abbiamo già inviato i ventilatori”, osserva Arcuri.

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