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Corruzione e appalti, i nomi dei 17 arrestati tra Napoli e Caserta: coinvolti politici, imprenditori e faccendieri

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Un sistema di appalti truccati è stato scoperto dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri. Stamattina i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 17 persone.  Sono ritenute gravemente indiziate di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio. Il blitz dei militari è scattato tra Caserta, Napoli, Roma, Avellino e Benevento. 

In carcere sono finiti Nicola Ferraro, ex consigliere regionale, Aniello Ilario, Giuseppe Rea. Disposti gli arresti domiciliari Francesco Pietro Buonanno, Viriglio Emanuele Pio Damiano, Giuseppe Guida, Vincenzo Agizza, Paolo Onofrio, Massimo Cirillo. 

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Un potente imprenditore vicino al clan dei Casalesi

La lunga e complessa attività ha complessivamente portato alla luce alcune vicende
illecite condotte intorno alla figura del un potente imprenditore Ferraro. L’ex consigliere regionale è ritenuto particolarmente attivo nel settore dei rifiuti e delle sanificazioni:  già condannato per la sua partecipazione esterna al clan dei Casalesi, col ruolo di imprenditore di riferimento della fazione Schiavone-Bidognetti.

L’indagine ha evidenziato che l’imprenditore, dal 2022 e fino almeno a fine 2023, dopo un lungo periodo di carcerazione, avrebbe ripreso a svolgere la stessa attività per la quale era stato condannato.

Infiltrazione nelle pubbliche amministrazioni

Ferraro riusciva ad infiltrarsi nei Comuni e nelle aziende sanitarie, che gli avrebbe consentito di orientare gli appalti in favore di imprenditori che a lui – ed ai suoi complici – si rivolgevano per ottenere illecitamente commesse pubbliche o appalti di servizi. In cambio ricevevano tangenti decise in percentuale rispetto all’importo dell’appalto aggiudicato.

Il sistema della corruzione 

Emerge così l’esistenza di un sistema, basato sulla corruttela di funzionari pubblici e sulla infiltrazione nella gestione degli appalti. In particolare nell’ambito della raccolta dei rifiuti, gestione dagli enti comunali, ha visto esprimersi diversi episodi corruttivi realizzati con gli amministratori locali. L’obiettivo era veicolare le aggiudicazioni in favore dei compiacenti imprenditori di riferimento.

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.