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venerdì, Maggio 3, 2024
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Cos’è la leucemia mielomonocitica, la malattia che è costata la vita a Silvio Berlusconi

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Una delle patologie che ha colpito Silvio Berlusconi contribuendo ai problemi sanitari che l’hanno condotto alla sua morte è la leucemia mielomonocitica cronica.

La leucemia mielomonocitica cronica.

Una delle patologie diagnosticate a Silvio Berlusconi, era la leucemia mielomonocitica cronica. Questa non è classificata come una delle forme più gravi in quanto risulta trattabile attraverso un tipo di chemioterapia di ultima generazione che agisce sul Dna. Come spiegato dall’ematologo del San Raffaele di Milano, Claudio Cerchione, la leucemia mielomonocitica non è tra le forme più acute considerando le altre ramificazione dello stesso ceppo. “Le leucemie croniche hanno un’incidenza meno preoccupante e poco galoppante rispetto a quelle acute. Il decorso è indolente e non sempre necessita di imminenti cure farmaceutiche. Risulta però importante tenere la malattia sotto controllo in quanto ad essere interessate sono sempre le cellule del midollo osseo”. Dichiara l’ematologo del San Raffaele.

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Berlusconi e la malattia

Elementi caratterizzanti della leucemia mielomonocitica che ha colpito Silvio Berlusconi fanno riferimento ad un anomalo aumento dei globuli bianchi: I monociti. In questi casi l’intervento è richiesto nel momento in cui le cellule cancerose impediscono la produzione dei globuli rossi, piastrine e globuli bianchi in normali quantità da parte del midollo osseo. Nel caso in cui insorgano tali problematiche si interviene con la sottoposizione del soggetto a chemioterapici di ultima generazione. Questi vengono anche identificati come demitilanti. La loro funzionalità è quella di agire sul Dna e di ripristinare un coretto funzionamento. In questo modo il midollo osseo può riprendere la normale produzione di cellule nel sangue inibendo la progressione delle cellule cancerose. Oltre a queste procedure come ulteriore intervento curativo sussiste l’eritroproietina. Entrambe non hanno particolari effetti negativi e sono ben tollerati dai pazienti.

L’importanza delle cure 

Al di là dello stadio e della gravità della leucemia, secondo le dichiarazioni di Cerchione, risulta fondamentale sottoporsi a delle cure appropriate. Solo in questo modo è possibile impedire alla malattia di passare da una fase cronica ad una fase acuta secondaria molto più grave. Sottoporsi alle cure il prima possibile è la scelta migliore in quanto in una fase dove la leucemia è cronica si accertano miglioramenti e una qualità positiva della vita molto più probabili. Un altro intervento, dall’incidenza più risolutiva, è il trapianto di midollo da un donatore compatibile. Questa procedura è però consigliata soltanto alle persone con un’età inferiore ai 65 anni.

 

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