Un gruppo di architetti napoletani dà il via alla riqualificazione degli spazi pubblici dei quartieri limitrofi all’Aeroporto Internazionale di Napoli attraverso proposte sostenibili e la conduzione di una sfida impegnativa ed innovativa: l’innovazione del concetto stesso di spazio pubblico verde. Il progetto appartiene a In-Nova Studio in associazione con i giovani architetti Marilena Prisco e Gaetano Gentile. ‘Move on up’ è il nome della proposta progettuale vincitrice del concorso ‘Eco-Luoghi 2017/2018’ nella sezione Progetti di Rigenerazione Urbana.
‘Eco-Luoghi’ è un’iniziativa rivolta ad architetti ed ingegneri promossa dall’Associazione Mecenate 90, dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e da Unioncamere, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il sostegno di FederlegnoArredo.
La linea progettuale scelta, quella della rigenerazione urbana, aveva lo scopo di stimolare la riqualificazione architettonica e ambientale delle città e dei territori italiani per contenere il consumo di suolo e prevenire i danni ambientali. Il gruppo di lavoro partenopeo ha puntato su di un’area di Napoli, quella di Capodichino, in cui si registra un elevato consumo di suolo e in cui alto è l’impatto di agenti inquinanti legati alle infrastrutture di trasporto.
Il progetto risultato vincitore prevede la riqualificazione degli elementi verticali – recinti e terrapieni infrastrutturali, muri e terrapieni degli spazi pubblici nei quartieri limitrofi all’Aeroporto internazionale di Napoli – attraverso la trasformazione in dispositivi verticali con funzione socio-ecologica.
Si tratta di un modello di intervento che mette insieme la riqualificazione architettonica e tecnologica dello spazio pubblico con l’introduzione di nuovi meccanismi di cooperazione per definire una nuova idea ed una nuova funzione di spazio pubblico adibito a verde. Dal punto di vista tecnico, si prevede la costruzione di un sistema di fitodepurazione a parete, che rappresenta un’innovazione rispetto ai tradizionali sistemi di fitodepurazione, che permette l’incremento o l’introduzione della vegetazione filtrante in spazi ridotti, integrando così il filtraggio dell’aria al filtraggio e riutilizzo delle acque piovane.
La prima innovazione riguarda la provenienza delle acque da depurare, prevedendo la possibilità di raccogliere e filtrare acque provenienti da tetti di edifici o da aree impermeabilizzate. Il secondo elemento innovativo riguarda il rapporto tra riciclo delle risorse e costruzione dello spazio verde. Le acque piovane possono essere impiegate per l’attivazione di nuovi orti urbani, giardini didattici e aree verdi produttive in generale
Dal punto di vista socio-ecologico il progetto propone soluzioni praticabili sul futuro dello spazio pubblico verde nei quartieri residenziali, rompendo la tradizionale concezione di spazio pubblico visto e vissuto come sfera “isolata” dagli spazi privati.