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lunedì, Giugno 17, 2024
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Covid, gli effetti a lungo termine sul cervello: “Scarsa concentrazione e stanchezza mentale” 

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Una ricerca italiana ha dimostrato come alcuni pazienti che hanno contratto il Covid soffrano ancora, a distanza di un anno, di disturbi di concentrazione, nebbia e stanchezza mentale. L’effetto del Covid pare infatti si possa manifestare nel lungo termine anche sul cervello e la memoria.

Lo studio italiano 

Il lavoro è stato coordinato dall’università degli Studi di Milano e realizzato in collaborazione con il Centro Aldo Ravelli della Statale, l’Asst Santi Paolo e Carlo e l’Irccs Auxologico. Gli esperti spiegano è la prima ricerca internazionale a trattare in questo modo certi effetti del covid. Un’eccellenza italiana per la quale però si gioisce solo in parte data la portata delle scoperte. Il Covid influenzerebbe, anche dopo tempo dalla guarigione, il cervello. Porterebbe ad ridurre il funzionamento di alcune aree celebrali, nonché all’accumulo di molecole tossiche come l’amiloide.

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Gli esperti italiani hanno valutato le conseguenze cognitive, il funzionamento del cervello e, in un caso particolare, anche la deposizione di molecole tossiche nel cervello. Il team è composto da neurologi, psicologi e medici nucleari e ha scoperto disturbi mai lamentati dai pazienti prima della malattia.

Gli effetti del Covid 

Quattro dei soggetti in questione avevano Pet normali mentre uno ha riscontrato un ridotto funzionamento delle aree temporali, del tronco encefalico e nelle aree prefrontali. Inoltre in un caso particolare, in cui il paziente presentava sintomi cognitivi più gravi, è stata eseguita una una Pet con una sostanza che fa visualizzare la deposizione di amiloide nel cervello. Dal risultato è emerso: “un abnorme accumulo di amiloide nel cervello e particolarmente nei lobi frontali e nella corteccia cingolata (legate a funzioni cognitive complesse ed alle emozioni) è una proteina che quando si accumula nei neuroni ne determina l’invecchiamento precoce e la degenerazione e che è implicata nella malattia di Alzheimer“.

Le parole degli esperti 

Questo dato suggerisce che i disturbi cognitivi che persistono ad un anno dalla malattia in più della metà dei casi non hanno un riscontro funzionale sul cervello ma possono derivare da modificazioni di tipo esclusivamente psicologico analoghe al disturbo postraumatico da stress” dicono gli esperti. Questo studio: “Offre un ventaglio di ipotesi interpretative del danno post-Covid e pone le basi per una valutazione diversificata del paziente nel lungo termine. I processi neurodegenerativi potrebbero anche innestarsi post-infezione in casi selezionati secondo diverse vie patogenetiche e questa, ovviamente, è la domanda principale che ci poniamo: possiamo attenderci nel futuro patologie neurodegenerative?” precisano.

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