Cura il tumore del figlio con l’olio al rosmarino: gli tolgono la patria potestà 

I metodi “alternativi” applicati dal padre sono stati la causa principale della scelta dei giudici di togliere la patria podestà; l’uomo ha infatti cercato di curare il tumore del proprio figlio attraverso dell’olio al rosmarino, rifiutandosi di portarlo in ospedale.

La “cura” alternativa per il figlio 

E’ successo a L’Aquila dove una famiglia è stata sconvolta prima dalla scoperta della malattia e poi dalle assurde tesi del padre, e il suo conseguente allontanamento. A far intervenire i giudici nei fatti è stata la mamma del piccolo, moglie dell’uomo. Quest’ultimo infatti, scoperto il tumore del figlio, ha deciso di procedere con dei metodi “fai da te”.

I classici “rimedi della nonna”, metodi legati ad una tradizione arcaica e spesso legata a superstizioni o comunque credenze popolari. In qualsiasi caso infatti ad oggi è ben noto che la scelta migliore è quella di affiancarsi ad un medico esperto. L’abuso di farmaci è infatti evitato anche dagli stessi medici che però con esperienza e professionalità consigliano la cura migliore.

Se la scelta di “evitare” di prendere farmaci per un banale mal di testa dato da stress potrebbe essere comprensibile, quella di evitare le terapie per curare una patologia così grave è ai limiti dell’assurdo. Il papà del piccolo aveva infatti deciso di curare il tumore del bimbo attraverso dell’olio al rosmarino, rifiutando la richiesta della moglie di portare il figlio in ospedale.

La mamma del bimbo ha quindi deciso di far intervenire i propri legali. Il giudice del tribunale dei minori ha sospeso la responsabilità genitoriale nei confronti dell’uomo e ordinato l’avvia di una terapia efficace. “Tale misura non ha avuto una funzione sanzionatoria, ma preventiva e cautelare, perché volta ad evitare che, in futuro, il protrarsi delle condotte negative del genitore possa danneggiare il figlio” spiegano i legali della mamma del bimbo.