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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Dagli spari al figlio del ras all’agguato di piazza Carlo III, così è nata la nuova faida di Napoli

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Vecchi rancori mai sopiti. Sullo sfondo di una Napoli dove il testimone viene preso dalle giovani generazioni che cercano a suon di colpi di arma da fuoco di serrare i ranghi e compattarsi. In questo breve incipit il contesto per capire come si è arrivati all’arresto di Nicola Giuseppe Moffa, il giovane vicino ai Contini, perchè sospettato di aver sparato lo scorso 11 dicembre a piazza Carlo III contro Ciro Vecchione e la sua ragazza. La storia sembra sempre la stessa, i Contini (e dunque l’Alleanza di Secondigliano) contro i Misso. Sì perchè il contesto familiare in questa storia è fondamentale per capire dinamiche e intrecci. A partire dal 6 aprile 2021 quando ai Vergini fu ferito il figlio di Roberto Murano, storico braccio destro di Nicola Rullo, reggente del sodalizio di Sangiovanniello. Giovane che è molto amico proprio di Nicola Moffa come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare notificata al giovane per i fatti dello scorso 11 dicembre. Moffa che, guarda caso, era presente anche la sera in cui fu ferito Murano Junior. Vecchione, conosciuto per aver partecipato al film ‘La paranza dei bambini’, è inoltre nipote di Ciro Armento, ex colonnello dei Misso e attualmente in carcere dove sta scontando una condanna per associazione. Vecchione inoltre sarebbe «legato agli ambienti criminali della Sanità, tant’è che annovera controlli tra gli altri con Gennaro De Martino, nipote di Ciro, affiliato all’estinto clan Misso, e di Gianluca, leader del gruppo del tifo organizzato denominato Rione Sanità». Un contesto ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Lucia De Micco ed eseguita dagli uomini della squadra mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini).

Gli spari contro Vecchione

Tensioni crescenti. Frutto di un ambiente avvelenato da anni di faide e guerre. Due anni di tensioni sfociate con ferimenti, ritorsioni fino al mese scorso quando lo stesso Vecchione, che già era scampato ad un precedente agguato, è rimasto ferito (leggi qui l’articolo). Nel raid colpita anche la fidanzata. Moffa e Vecchione si sarebbero anche sentiti con il secondo che avrebbe ribadito al primo:«Gliel’ho detto pure. Sto con la ragazza non ti preoccupare perché tanto prima o poi mi acchiappi ma ora sto con la ragazza». Una frase che, captata da una cimice presente in ospedale dopo il ferimento, evidenzierebbe l’esistenza di vecchie ruggini tra i due. Lo stesso Vecchione, nei giorni successivi all’agguato, raccontò ad un parente dell’incontro avvenuto in Romania con lo stesso Moffa durante un concerto:«A Bucarest siamo tutti uguali, qua stiamo in terra nostra…A Bucarest ti salutano quando ti vedono, giustamente non tengono quello che devono tenere, per questo zitto io e zitto tu». Un raid che dunque si inquadra, come ricostruito dalla Dda, nell’allarmante fibrillazione in corso tra i Contini e un gruppo criminale della Sanità, a cui  sarebbe legato Vecchione. Indagato a piede libero il fratello del presunto pistolero, Gennaro Moffa. Per gli inquirenti quella sera accompagnò il fratello quando Vecchione fu colpito alla gamba mentre la sua fidanzatina allo stomaco.

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L’agguato contro Moffa

Mercoledì sera, nei pressi di corso Arnaldo Lucci, un commando di fuoco composto da otto persone ha tentato di ammazzare Moffa. Ottantuno i proiettili esplosi. Nel corso del raid è rimasta ferita anche una donna di 68 anni, una passante. Le indagini lampo hanno consentito alla Squadra Mobile di fermare cinque uomini ritenuti vicini al gruppo Marigliano delle Case Nuove, Giuseppe Marigliano, Gennaro Leone, Ovalle Ortega, Antonio Sorrentino e Angelo Esposito. Un regolamento di conti, una punizione per un presunto sgarro del giovane.

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