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“Dal gruppo di Costantino fino ai Licciardi”, le rivelazioni del pentito sul ras Climeni

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Francesco Climeni ‘Recchiolone’ conosceva le ‘leggi criminali’ di Secondigliano. Conosceva le dinamiche e il clima che si respira nell’area nord. Non era uno sprovveduto e certamente si sentiva al sicuro quando ha incontrato la morte poco dopo le 19 in viale Altair, tra il rione Kennedy e il rione Berlingieri. Un appuntamento con la morte il suo. Eppure era uno della ‘vecchia guardia’, uno che si era fatto le ossa e poi formato in due clan di sicuro pedigree criminale: il clan Stabile e il clan Licciardi. I primi, secondo alcune informative, avrebbero ripreso tutta una serie di contatti che gli hanno permesso di recuperare posizione di prim’ordine. Lo chiamano ‘clan delle garrotte’ o ‘clan dei capelloni’, un gruppo spietato che, sempre secondo gli investigatori, sarebbe in passato arrivato anche a torturare le proprie vittime. Il gruppo fu fondato negli anni Novanta da Gaetano Stabile ex-socio di Bardellino e dello schieramento di Nuova Famiglia, che insieme al fratello Vincenzo gestiva il traffico all’ ingrosso di droga nel nord di Napoli. Nel loro bunker di via Cupa Spinelli alcuni collaboratori di giustizia hanno parlato addirittura di una stanza delle torture usata dal clan per far parlare i nemici. In quella ‘scuola’ Climeni ci era cresciuto prima di passare ai Licciardi, dopo un passaggio con Costantino Sarno. Di Climeni ha parlato in passato il collaboratore di giustizia Antonio De Carlo:« Climeni faceva parte del clan Stabile, anzi io e lui abbiamo seguito lo stesso percorso: dapprima alleati con gli Stabile poi al clan di Costantino Sarno e dopo insieme al clan Licciardi. Climeni Francesco passò con i Sarno allorché il clan Stabile erapressoché finito e con i Licciardi quando anche il clan di Costantino Sarno finì».

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