Accuse smontate una ad una. Quelle bei confronti di Rosario Piccirillo ‘o biond indicato come il capo dell’omonimo gruppo della Torretta di Chiaia. Si è sgretolata come neve al sole l’inchiesta che vedeva indagato il boss come acquirente di una grossa partita di droga da soggetti vicini al clan Vollaro di Portici. A smontare ogni accusa l’avvocato Paolo Gallina che è riuscito a dimostrare che nelle intercettazioni utilizzate come accusa nei confronti di Piccirillo non vi fosse finalità camorristica legata al narcotraffico, quella droga dunque non sarebbe potuta servire per agevolare alcuna attività del gruppo della Torretta. Il legale è riuscito a smontare le intercettazioni che, secondo la Dda, incastravano Piccirillo alle sue responsabilità. Rimasta solo l’accusa di spaccio ed esclusa l’aggravante il gip Baldassarre non ha potuto fare altro che stabilire il non luogo a procedere per Piccirillo. Il reato era risalente al 2013 e dunque era sopravvenuta la prescrizione.
Le indagini alla base del provvedimento avevano evidenziato un lucroso traffico di droga sull’asse Napoli-Portici, traffico che vedeva coinvolti soggetti legati al clan Vollaro. L’abile avvocato Gallina già nel corso dell’udienza preliminare aveva ottenuto l’esclusione dell’aggravante camorristica: da li le premesse per l’assoluzione di Piccirillo. Stessa decisione di non luogo a procedere anche per altri indagati come Marco Estatico, Vincenzo Zobel, Domenico Improta, Nicola Savarese, Paolo Scafo ed Eduardo Marino. Accuse rivelatesi infondate con la difesa che è riuscita a far valere le ragioni dei propri assistiti.
