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sabato, Maggio 4, 2024
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Droga nella Napoli bene, arrivano le condanne per l’inchiesta Tufò

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Si chiude il primo capitolo sull’inchiesta sulla droga nella Napoli bene, inchiesta che vede al centro i proprietari della trattoria gourmet di Posillipo Tufò. Ed è una vera mazzata per alcune delle persone coinvolte. Le pene più pesanti (a 18 e 16 anni esclusa l’aggravante mafiosa) per Ciro e Antonio Capasso (difesi rispettivamente dagli avvocati Claudio Davino e Saverio Campana), padre e figlio al centro dell’inchiesta balzata agli onori delle cronache nel febbraio 2019. La guardia di finanza, attraverso il Comando Provinciale di Napoli col supporto dei Comandi di Roma, Salerno, Caserta e Latina, eseguì una ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Fra i componenti principali del gruppo proprio Ciro Capasso, già coinvolto in precedenti inchieste sul traffico di droga e indicato dagli inquirenti come vicino ai Contini.

Secondo la guardia di finanza Capasso senior, attraverso i traffici di droga, aveva creato un mini impero attraverso una serie di attività legali. Affari di cui, per la Procura, faceva parte anche il figlio Antonio. Per gli inquirenti avrebbe affiancato il papà nell’organizzazione e ha coordinato le attività strumentali al perfezionamento degli acquisti e cessioni di droga. Ha mantenuto rapporti diretti con il corriere Rosario Lumia (difeso da Domenico Dello Iacono). Ha avuto anche il compito di dirimere problematiche scaturenti dalle attività illecite gestite dall’organizzazione. Si occupava del sostentamento delle famiglie dei sodali in occasioni di arresti o sequestri. Lumia è stato condannato a 12 anni di reclusione. I finanzieri hanno inoltre documentato una serie di incontri per discutere delle partite di droga tra gli imputati.

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Le condanne

Porprio ad uno degli incontri presso il Tufò, monitorato dal Gico della Guardia di Finanza, aveva preso parte Rosario Lumia. Questo era balzato all’onore delle cronache per essere stato trovato in macchina con 33 chili di cocaina. Oltre i proprietari del Tufò, per quanto riguarda le altre condanne Alessio Onorato e Ciro D’Ambrosio (difesi entrambi dall’avvocato Leopoldo Perone) hanno rimediato quattro anni a testa. Salvatore Onorato (sempre difeso da Leopoldo Perone) ha invece rimediato due anni con pena sospesa. Otto anni per Maurizio Ambrosino, sette per Gianmarco Ammendola, sei anni per Andrea Aruta. Tra le altre condanne figurano quelle per Vincenzo Caputo (a 12 anni), Pasquale Catalano (4 anni e quattro mesi), Mariano Ceci (a 10 anni), Lorenzo Di Palma (a sei anni), Giuseppe Flessigno (a cinque anni), Antonio Grimaldi (a sette anni), Carmine Pandolfi (a nove anni), Antonio Russo (sei anni e otto mesi), Raffaele Sciarra (sei anni e otto mesi), Marco Vicinanza (dieci anni), Carlo Giannelli (a quattro anni), Michaela Iodice (quattro anni), Francesco Lione (quattro anni).

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