Potrebbe essere vicino alla svolta il mistero legato alla scomparsa di Enco Vitulli. Il giovane è scomparso da Scampia nel 2019 e da allora non si hanno più tracce di lui, il suo telefono risulta inattivo dal momento della scomparsa.
Ma, a detta della madre, Brankica Petrusic, che in tutti questi anni non si è data per vinta, ci sarebbe un indizio che porta nei pressi di una panchina sita nel rione dei Sette Palazzi a Secondigliano, zona molto spesso frequentata dal giovane nei tempi immediatamente precedenti alla scomparsa.
Scomparsa di Enco Vitulli, l’indizio della panchina ai Sette Palazzi e le parole della madre
Nella zona dei Sette Palazzi c’è una panchina dove spesso giocano i bambini, e questa zona era molto frequentata dal giovane prima di sparire nel nulla. A detta della madre, ci sarebbero degli indizi che darebbero quasi per certa la presenza del corpo del giovane lì da qualche parte, nei pressi di quella panchina, ma che occorrerebbero ulteriori prove per avere un punto preciso in cui scavare.
“Qualunque cosa abbia fatto, vorrei solo portargli dei fiori e piangere. Sono molto stanca – ha detto, molto provata, Brankica Petrusic –. Purtroppo nessuno ha visto niente, dove l’hanno gettato, o sepolto. Voglio solo sapere. Finora abbiamo avuto indizi sul luogo, dove potrebbe essere il corpo. Ma servono altre informazioni, per capire dove cercare. Di certo è a Secondigliano. Ai Sette Palazzi. Negli ultimi tempi era sempre lì. Qui c’è una panchina dove giocano i bambini. E’ l’unica pista che abbiamo. E qui sarebbe sepolto. In un parco pubblico. Ha visto qualcosa che non doveva vedere, o fatto qualcosa di sbagliato. Ci sono due, o tre ipotesi sul tavolo. L’11 marzo di quattro anni fa è la data in cui l’ho visto per l’ultima volta. La mattina presto era venuto da me a San Giovanni a Teduccio. Lui abitava a Scampia, era fidanzato da sette anni con una ragazza del quartiere. Aveva avuto una figlia dalla sorella. Mi disse ‘mamma me ne voglio andare da qua’. Quella mattina era nervoso. Era agitato. Aveva il naso rotto e lividi sul viso, mani graffiate. Voleva andare dal papà a Brindisi. Così aveva preparato la valigia. Io gli chiesi cosa avesse fatto per avere quei lividi. Mi rispose in maniera ruvida e non aggiunse nulla. Prese l’autobus 255 per tornare a Secondigliano. Poi al parcheggio Brin l’R-5. Non l’ho più visto”.
A riportare il tutto, Cronache Di.