Due imprenditori di Avellino, Fiore e Luca Iandolo, padre e figlio, compariranno davanti al gup del Tribunale di Napoli con l’accusa di falsa testimonianza. L’udienza è stata fissata per il 28 gennaio. La notizia è riportata da Avellino Today.
La decisione arriva dopo che la difesa, rappresentata dall’avvocato Nello Pizza, ha ottenuto l’accoglimento dell’eccezione sull’assenza dei decreti autorizzativi relativi alle intercettazioni ambientali.
L’origine del caso
La vicenda risale all’aprile 2017, quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Avellino ascoltarono i due imprenditori e un loro dipendente in merito a una presunta richiesta estorsiva avvenuta all’interno di un caseificio.
Secondo la Procura di Napoli, i due avrebbero ridimensionato i fatti, pur essendo a conoscenza delle minacce ricevute dal collaboratore.
Le contestazioni in aula
Cinque anni dopo, nell’aprile 2022, durante il dibattimento nel carcere di Poggioreale, le loro deposizioni furono considerate reticenti. In particolare, avrebbero minimizzato la gravità di un episodio collegato alle attività estorsive del Nuovo Clan Partenio, il gruppo criminale che per anni ha operato in Irpinia. L’aggravante di agevolazione mafiosa è stata esclusa, ma resta in piedi l’accusa di falsa testimonianza.
Un fenomeno diffuso nel maxi-processo
Il caso degli Iandolo non è isolato. Nel febbraio 2025, altri dieci testimoni hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini per lo stesso reato: secondo l’accusa, avrebbero negato o omesso circostanze già documentate da intercettazioni e sistemi di videosorveglianza.
Le condanne principali
Il processo madre contro il Nuovo Clan Partenio si è concluso nel luglio 2023 con un verdetto pesante: il tribunale di Avellino ha riconosciuto l’esistenza del sodalizio criminale guidato dai fratelli Pasquale e Nicola Galdieri e ha inflitto 21 condanne, per un totale di oltre 300 anni di carcere. Le accuse andavano dall’associazione camorristica all’usura fino alla tentata estorsione.