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venerdì, Maggio 3, 2024
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“Femminicidio figlio di una cultura che svaluta le donne”, l’ultimo saluto del papà di Giulia

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Gino Cecchettin ha dato l’ultimo saluto alla sua Giulia durante il discorso funebre pronunciato nella basilica di Santa Giustina a Padova. La bara bianca della studentessa è entrata in chiesa accompagnata proprio dal genitore, dal fratello e dalla nonna, assieme ad altri parenti mentre la sorella Elena è entrata invece assieme a un’amica.

“MAI SAZIA DI IMPARARE”

Mia figlia Giulia era proprio come l’avete conosciuta: una giovane donna straordinaria, allegra e vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti“, dice papà Gino.

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“FEMMINICIDIO FIGLIO DI UNA CULTURA SBAGLIATA”

L’uomo parla anche del femminicidio e invita tutti a fare la propria parte: “La memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare. Il femminicidio è figlio di una cultura sbagliata, che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a lei? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo prima agli uomini: parliamo agli altri maschi ed evitiamo che questa cultura venga minimizzata. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti, anche i più lievi. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, facciamo in modo che tutti rispettino la sacralità dell’altro“.

“ABBRACCIA LA MAMMA”

Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia. Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio“, conclude Gino Cecchettin.

 

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