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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Scoppia focolaio in una di riposo sulla Costiera, oltre 30 anziani positivi

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Una vera e propria emergenza quella scoppiata nella casa di riposo San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento, dove è scoppiato un focolaio. Su cinquanta anziani, 32 sono risultati positivi al Covid: a questi, se ne aggiungono altri 8 dei 25 dipendenti della struttura. La paura, però, è che la situazione possa addirittura peggiorare nei prossimi giorni.

L’allarme focolaio nella casa di riposo

L’allarme era scattato nella scorsa domenica, quando 2 persone assistite nella casa di riposo, insieme ad un’operatrice, sono risultate positive. Il sindaco del Comune, Vincenzo Iaccarinom aveva allora attivato i protocolli di sicurezza. Così, dopo aver effettuato i tamponi su ospiti e dipendenti, si è scoperto che si sono 32 anziani positivi al Covid su 50 in totale.

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Coronavirus nelle carceri di Napoli: 89 positivi a Poggioreale, 65 a Secondigliano [Articolo del 28 novembre]

«Secondo gli ultimi dati raccolti, i detenuti positivi al Covid-19 nella regione Campania sono 158 di cui 89 a Poggioreale su una popolazione di 2091 detenuti, 65 a Secondigliano su 1186 detenuti, 3 a Benevento, 1 a Salerno. I detenuti positivi che si trovano ricoverati presso presidi ospedalieri esterni sono 3, di cui uno in gravi condizioni. Tra polizia penitenziaria, personale amministrativo e sociosanitario ci sono 218 positivi». Lo fa sapere il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello.

«Mentre si consuma la falsa credenza che il carcere sia il luogo più sicuro per non contagiati dal Covid-19 – spiega Ciambriello – l’epidemia, causa sovraffollamento e promiscuità, malattie croniche e ambienti non igienizzati né sanificati, dilaga tra gli ‘invisibilì. Quasi da nessuna parte dispenser nei corridoi o davanti alle celle, poche mascherine. Non vengono distribuiti ai detenuti prodotti igienico sanitari, tra i quali l’amuchina, per sanificare stanze, scale e ambienti. C’è bisogno di darsi una svegliata, dalla politica alla società civile. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha lasciato soli i suoi dirigenti ed operatori penitenziari. Occorrono subito provvedimenti del Governo, delle Procure e dei magistrati di sorveglianza. Il carcere non è una discarica sociale. Occorre superare l’omertà del silenzio e andare oltre le mura dell’indifferenza», conclude Ciambriello.

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