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lunedì, Maggio 6, 2024
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Francesco Totti si racconta: “Vorrei trovare un equilibrio con Ilary, con Spalletti un rapporto particolare”

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L’intervista comparsa sulle pagine del ‘Corriere della sera’ traccia i cardini più alti ma anche quelli più decadenti della vita dell’ex capitano giallo-rosso Francesco Totti. Durante l’intervista è partito da rivelazioni più formali, come quelle inereni al calcio, fino a quelle più scottanti e indiscrete relative alla vita privata e all’attuale rapporto con la ex moglie, Ilary Blasi.

Totti chiarisce il rapporto con Ilary 

“Con Ilary ho vissuto momenti bellissimi, abbiamo trascorso vent’anni insieme, ad oggi, dopo la rottura, vorrei che tra di noi si istaurasse un equilibrio duraturo. Questo lo vorrei principalemnte per i ragazzi che per entrambi sono la fonte essenziale dell’amore. Se tra noi due c’è equilibrio i ragazzi potranno sentirsi protetti e staranno bene”.

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Il rapporto con Spalletti 

“Con Spalletti ho un legame particolare, credo si tratti di un profondo legame. Nnostante ai tempi del tecnico alla Roma ci fosse tra di noi un rapporto conflittuale, oggi lo saluterei con piacere. Quando arrivò da Udine ho vissuto qualcosa di speciale, irripetibile nella mia vita. Uscivamo una due volte settimana fuori a cena, era una persona speciale, divertente, sia in campo che fuori. Poi a causa di problematiche esterne e dei vari dirigenti non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori ma crede che se entrambi potessimo tornae indietro non ci allontaneremmo più. Spalletti è uno degli allenatori italiani migliori, la differenza si vede in campo, la squadra gioca con maggiore libertà e tecnica. I risultati arriveranno, al momnto è una fase difficile pr il calcio italiano. Spero comunque che riusciremo a qualificari agli Europei e ai Mondiali”. 

Giocano senza sentimento

A mio parere la scelta di Roberto Mancini di andare in Arabia Saudita ha sbagliato modi e tempi. Certo è una decisione e va rispettata. Infondo chi non è tifoso della squadra in cui gioca perché non dovrebbe accettare la proposta più conveniente. E’ un calcio freddo, senza sentimenti, i giocatori stanno con le cuffiette invece di parlare negli spogliatoi. Noi quando arrivavamo al derby, 15 giorni prima iniziavamo ad organizzarci sulle reazioni. Su quale poteva essere il modo più elegante per incassare una sconfitta, o, in caso di vittoria, quali maglie mostrare. Quest’atmosfera ti dava adrenalina, quando scendevi in campo avevi voglia di spaccare il mondo. Ora cosa vuoi che gliene freghi del derby.

Il rapporto con Lippi 

“Con lui ho avuo un rapporto speciale, mi ha accompagnato ai mondiali concedendomi di vivere alcuni dei giorni più belli della mia vita. Non dimenticherò mai i mondiali del 2006 e la vittoria dello scudetto nel 2001. La città era come impazzita, eravamo una squadra fantastica, questi sono ricordi che non potrò mai dimenticare. Ho poi imparato che gli errori servono, sono importanti, così migliori e non li ripeti. Unica cosa che ancora non mi spiego pur guardando le immagini televisive, è lo sputo a Poulsen. E’ qualcosa di così lontano dal mio modo di essre e dal modo secondo il quale percepisco il calcio che non so cosa possa essere accaduto”. 

La leggenda del numero 10 

“Oggi è inutile dirlo ma le cose sono cambaite e di conseguenza anche il calcio. I numeri 10 sono spariti perché oggi prevale il fisico alla tecnica-afferma con sicurezza Totti- Il 10 aveva un ruolo partiolare, doveva correre meno ma sfruttare grandi abilità. Quando io giovavo, in ogni squadra c’erano uno o due giocatori di altissimo livello. Non so sinceramente perché, avremmo avuto fortuna, ma quando giocavo io il calcio era più bello. Ora è più organizzato ma meno sorprendente. Per essere numero 10 dovevi sorprendere capire i movimenti prima che avvenissero, prima che potessi vederli, avere tecnica sommata a questa abilità significava essere numero 10 ma oggi questo ruolo si è estinto, infatti non c’è più una squadra che mi entusiasmi”.

La mancanza per il calcio

“Del calcio mi manca tutto, gli spogliatoi, la pausa al bar con i compagni, i viaggi, le trasferte… erano tutti momenti della mia quootidianità che hanno fattto la mia vita per decenni. Quando questa importante parentesi si è chiusa le mie giornate si sono svuotate. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio. Ho detto no al Real e altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa che è stampata dentro di me”. Queste le dichiarazioni a tratti commoventi e riflessive di Francesco Totti.

 

 

 

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