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martedì, Aprile 16, 2024
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Attirato in trappola e torturato, tutta colpa di un profilo fake su Instagram: presi 3 fratelli

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Prelevato sotto la minaccia di una pistola, portato in un terreno nelle campagne di Villa Literno, nel Casertano, con una corda al collo e poi legato con lo scotch al tronco di un albero dalla testa ai piedi da tre fratelli che lo hanno violentemente picchiato per un falso profilo Instagram con la foto ‘taroccata’ di uno dei tre con una parrucca in testa. Ore di terrore per un 31enne di Casapesenna giudicato guaribile in 20 giorni per ecchimosi varie. I tre sono stati denunciati per sequestro di persona e lesioni personali

Dopo le botte, calci, pugni e colpi alla tempia con il calcio della pistola, i tre danno deciso di sottrargli il cellulare, le chiavi della vettura e di liberarlo, minacciando di essere pronti a legarlo con la corda alla macchina e a trascinarlo per il paese qualora si fosse rivolto ai carabinieri per denunciare l’accaduto. Il giovane, appena libero dalla morsa degli aggressori, ha chiesto aiuto e si è fatto accompagnare in ospedale ad Aversa.

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La vittima, aggredita poiché ritenuta dai tre responsabile di aver attivato il falso profilo Instagram, avrebbe cercato di spiegare ripetutamente e di dimostrare di non essere il gestore del social taroccato.

Il comunicato dei carabinieri

Questa mattina, nell’ambito di un’indagine coordinata alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Napoli Nord, i carabinieri della Compagnia di Casal di Principe (Ce)
hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP
del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 3 persone – di anni 34, 33 e 29 – residenti in
San Cipriano d’Aversa (Ce) per sequestro di persona aggravata, minaccia aggravata,
rapina e lesioni personali aggravate. Si tratta di Costantino, Ernesto e Giuseppe Cantile.

Le attività investigative – svolte con l’’ausilio elle immagini estrapolate dai sistemi di
videosorveglianza, delle intercettazione ambientali e telefoniche e supportate dalle
dichiarazioni rese dalla vittima e da persone informate su fatti – hanno avuto inizio in
seguito ad un grave episodio di violenza, verificatosi la notte del 12 giugno 2019, che
suscitò particolare allarme.

In particolare, secondo ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP, è emerso che gli indagati –
per vendicarsi della pubblicazione, presumibile ad opera della vittima Marco Conte, su un falso profilo Instagram, di una foto che ritraeva uno di loro indossare una parrucca femminile – organizzavano un incontro, in San Marcellino (Ce), invitandolo a salire a bordo della propria aiuto ove, invece, veniva legato, percosso con innumerevoli pugni al volto ed alla testa e minacciato con una pistola.

Successivamente, raggiunto un terreno isolato in Villa Literno (Ce), trascinavano la vittima sotto un albero legandolo per il collo e immobilizzandone gli arti con del nastro isolante dopodiché continuavano a percuoterlo in ogni parte del corpo fino a lasciarlo in unno stato di quasi incoscienza. Infine gli sottraevano il cellulare per avere conferma che fosse l’autore del falso profilo Instagram. Al termine del lungo e violentissimo pestaggio lo abbandonavano sul posto ove riusciva a chiedere soccorso agli automobilisti di passaggio.

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