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martedì, Maggio 7, 2024
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Fratelli imprenditori figli di una vittima camorra, chiesti 7 anni di carcere per vicinanza al clan dei Casalesi

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Il sostituto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Fabrizio Vanorio ha chiesto una pena di 7 anni e mezzo per i fratelli Antonio e Nicola Diana, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa in quanto ritenuti vicini alla fazione del clan dei Casalesi guidata dal boss Michele Zagaria.

In passato i due fratelli, che hanno un importante azienda di riciclo della plastica, si erano costruiti una fama di imprenditori antimafia, anche perché figli di Mario Diana, vittima innocente della criminalità organizzata.

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Una “patente” di legalità fermamente respinta dal pm della Dda durante la requisitoria tenuta davanti al collegio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Per Vanorio, “i fratelli Diana sono degli imprenditori collusi con la camorra, rientrano nel cerchio magico di Zagaria e si sono nascosti dietro al finto impegno antimafia per essere credibili agli occhi della giustizia. Anche le denunce degli attentati erano finte”. Per Vanorio, i Diana, detti “i repezzati”, si “sono sempre interfacciati in modo attento con la camorra, e con le loro società, mediante il cambio assegni, il clan poteva eludere i sistemi antiriciclaggio e pagare gli stipendi agli affiliati”.

Secondo il pm anticamorra, dunque, i fratelli Diana sarebbero sempre stati dalla parte del clan, con il quale avrebbero stretto un patto criminale che avrebbe loro permesso di godere di una protezione e di una tranquillità operativa tali da permettere di raggiungere, nell’area territoriale di competenza del clan, una posizione imprenditoriale privilegiata.
Ad accusare i due fratelli, che si sono sempre difesi definendosi imprenditori taglieggiati dalla camorra, numerosi collaboratori di giustizia con un passato da stretti collaboratori di Michele Zagaria, come Attilio Pellegrino, Massimiliano Caterino e l’imprenditore Francesco Zagaria. I fratelli Diana hanno denunciato diversi attentati intimidatori che avrebbero subito dal clan, come dei proiettili esplosi verso gli uffici amministrativi dell’azienda o il furto di alcuni camion.
Oggi il pm Vanorio, oltre a chiedere la condanna dei fratelli, ha chiesto sentenza di non luogo a procedere per morte del reo nei confronti di Armando Diana, zio di Antonio e Nicola.

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