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venerdì, Aprile 19, 2024
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Ucciso a Fuorigrotta, l’amico fu ammazzato dai Sibillo:«Mi manchi»

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«Auguri vita mia, mi manchi». E’ questa una delle tante dediche che campeggia sulla bacheca di Andrea Merolla, il 30enne nipote del boss Vitale Troncone ucciso in un agguato mercoledi scorso (leggi qui l’articolo). Le frasi sono indirizzate ad un altro giovane dal destino tragico, Maurizio Lutricuso ucciso per una sigaretta negata all’esterno di una discoteca di Pozzuoli da un gruppo di giovanissimi legati al clan Sibillo. Un ragazzo, all’epoca minore, aveva confessato di aver ucciso Lutricuso scagionando di fatto uno degli uomini condannati per il delitti, Vincenzo Costagliola poi assolto in appello. Il ragazzino aveva spiegato che la morte di Lutricuso era avvenuta per una sigaretta negata dal giovane ad uno dei componenti della ‘paranza dei bambini’, rifiuto che gli era costato dunque la vita. In occasione del suo compleanno Merolla gli ha dedicato un ultimo post:«Auguri vita mia, mi manchi». Due destini uniti da un tragico epilogo. Sul fronte delle indagini per l’omicidio Merolla gli inquirenti ne sono sicuri, si è trattato di un attacco diretto ai Troncone nonchè una possibile ‘risposta’ ad un altro omicidio eccellente, quello di Antonio Volpe (leggi qui l’articolo) ucciso nel marzo scorso.

L’articolo precedente: il legame tra tre omicidi avvenuti a Fuorigrotta

Oltre a questo basti considerare un altro episodio che potrebbe svelare il ‘legame’ tra i due delitti e cioè il fatto che la pistola utilizzata dai killer per uccidere Volpe in via Leopardi fu rinvenuta qualche giorno dopo dagli uomini del commissariato San Paolo in via Brigata Bologna (leggi qui l’articolo), strada che ricade nel’area dove è forte la presenza proprio dei Troncone. Gli agenti in quella occasione sequestrarono una pistola Walther P38 calibro 9 con matricola abrasa e priva di caricatore. Potrebbe dunque esservi un legame tra i due episodi: ieri i killer hanno agito con la chiara intenzione di colpire proprio Merolla, nipote di Vitale Troncone, che ha cercato inutilmente di salvarsi dalla pioggia di piombo dei killer dietro un distributore di carburante. Lì è stato finito prima di essere stato trasportato all’ospedale San Paolo dove è morto poco dopo.

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Il legame tra i delitti Merolla,Volpe e Mercurio

Oltre alla ‘pista’ Volpe bisogna considerare un altro delitto eccellente avvenuto a Fuorigrotta, quello di Gaetano Mercurio, uomo degli stessi Troncone (leggi qui l’articolo). Il ras indicato come vicino al gruppo Troncone di Fuorigrotta, rimase infatti vittima di un agguato di camorra un anno esatto prima dell’omicidio di via Leopardi. Proprio la ‘vicinanza’ al vertice del gruppo di Fuorigrotta ipotizzata come possibile movente dell’agguato: Mercurio fu centrato ad una coscia e al torace con i proiettili che gli perforarono milza e fegato. L’omicidio di Volpe potrebbe essere la più classica delle ‘risposte’ armate a quel delitto: per il momento solo un’ipotesi che è balenata nelle menti degli investigatori a poche ore dal delitto del ‘Serpentone’ (come viene comunemente chiamata via Leopardi). Un’ipotesi però già anticipata da Internapoli (leggi qui l’articolo).

Il ruolo di Volpe negli assetti di Fuorigrotta e l’omicidio Mercurio

Una pista che si basa sul ruolo di Volpe negli equilibri criminali della zona (non a caso viene indicato come il reggente di un proprio gruppo, i Baratto-Volpe) e sul fatto che il 77enne, anche se da tempo era uscito dai radar delle forze dell’ordine, potrebbe essere stato a conoscenza dei motivi dietro l’esecuzione di Mercurio e aver addirittura mediato tra opposte fazioni. Dietro tali ipotesi l’ombra di un potente clan del rione Traiano la cui forza sarebbe cresciuta esponenzialmente negli ultimi mesi: un gruppo ben strutturato e molto attivo nei traffici di droga tra Fuorigrotta, rione Traiano e Pianura. Secondo lo schema dunque l’omicidio di Andrea Merolla potrebbe essere una ‘vendetta’ per il delitto Volpe a sua volta ‘risposta’ all’uccisione di Mercurio.

 

 

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