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martedì, Aprile 23, 2024
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«Giovanni tu ora sei memoria», i funerali del ragazzino morto a Mergellina

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«Il suono della corda del violino che vibra produce riflessioni, amore e anche sentimenti contrastanti. La basilica è stracolma del silenzio e così deve essere. Cogliere il senso della vita, ogni evento vissuto con preparazione. Grazie a Giovanni Per avercelo dato. Vibrare per il suono dato ai nostri cuori». Queste le prima parole di padre Vincenzo De Gregorio,abate della cappella del tesoro di San Gennaro, durante l’omelia per la morte del giovane di 11 anni morto in settimana a Mergellina. Forse vittima di un tragico gioco online. «Giovanni il terzo di tre figli di Giorgia e Paolo. Giorgia aveva già 40 anni. Fu dono, una tempesta di luce. Un bambino mette in pace tutti. Il bagnetto di Giovanni era partecipato da tutti, lo spettacolo do sempre visto da genitori e zii. G. non è cresciuto in un mondo da tutti ai margini di un mondo tutti suo. Era solare e sorridente, un bambino normalmente felice. I genitori e i fratelli mi hanno parlato di Giovanni della sua stanza, un ragazzo preciso e ordinato con i suoi peluche. Era un abbraccio continuo. La mamma Giorgia ha usato l’espressione della navigazione delle vele a farfalla per non sbandare e quel vento che Giovanni Quella barca rappresenta anche a Distanza tutti noi, la sua morte ci ha sbandato tutti. Il fratello ha detto “pensiamo a tutto ciò che era prima e che sarà dopo della sua morte”. Un bambino piccolo che ama stare con i grandi dopo mezzanotte era andato a fare la pipi. Osservatore e attento. Il rispetto che dobbiamo ad un bambino esige di tacere e solo dopo (le indagini ndr.) di esprimersi. La vita di un bambino non può essere complicata come quella degli adulti. La parola chiave è memoria,perché legata alle persone e al presente. Stiamo vivendo emozione, il moto che viene da dentro come un fiume in piena. Non si può misurare ma c’è».

La lettura finale dell’omelia

Poi le parole finali, forse quelle più toccanti. Il salmo letto quello della lettera di San Paolo al popolo di Israele:«Giovanni tu ora sei memoria. Papà e mamma dovranno continuare a vivere pensando al prima e al dopo il 29 settembre, quanto accaduto dopo lo sgabello dinanzi al davanzale. Che la tua memoria possa essere consolante e memoria affinché la nostra vita non sia fatta da indistinti ricordi. Forse, Giovanni ci hai dato una scossa, facendo capire che la vita va vissuta appieno. Tutti noi ti diamo un bacio mentre sei dalle braccia di Dio come un bambino svezzato».

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