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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Gomorra 4. Scoppia la polemica, i medici contro la produzione: “Non serve la camorra”

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Scoppia la polemica sulla nuova stagione di Gomorra. La comunità medica si è scagliata contro la produzione. In una lunga lettera, tre noti epatologi hanno denunciato la superficialità della narrazione nella seconda puntata della serie in onda venerdì su Sky Atlantic.

La polemica su Gomorra 4

Lucio Caccamo, Paolo de Simone e Maria Rendina hanno firmato una lettera di accuse mirate ad alcune scene del secondo episodio di Gomorra 4. Al centro della polemica c’è la storia della donna malata di cancro al fegato, mandata a casa dai dottori senza speranze. Gennaro Savastano offre dei soldi al marito perchè sua moglie possa ricevere un trapianto in Brasile. “Negli ospedali italiani non ti curano se non hai possibilità economiche.” – queste le parole del personaggio di Genny. Questa parte della trama, secondo gli epatologi, sarebbe scorretta e non corrisponderebbe alla realtà.

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La lettera dei medici

“Tra un’auto-bomba e un’esecuzione a colpi di pistola – esordisce la lettera – capita che si parli di trapianto di fegato. E non per caso. Nel secondo episodio andato in onda venerdì 29 marzo, il tema del trapianto di fegato diventa un vero e proprio ‘snodo narrativo’. Purtroppo però se ne parla male, assoggettando alle cosiddette ‘esigenze di sceneggiatura’ una narrazione improbabile e poco verosimile. (…) Si può e si deve dare spazio alla massima creatività, ma quando si fa riferimento a contesti reali, bisogna essere esatti e almeno verosimili”. “Non è assolutamente verosimile – hanno scritto – che la giovane mamma ricoverata in una struttura pubblica perché gravemente ammalata di cancro al fegato, per operarsi debba pagare cifre iperboliche, oppure in alternativa rivolgersi al mercato nero degli organi e andare a operarsi all’estero. In Italia ogni spesa che riguarda sia i trapianti sia le donazioni di organi e tessuti, è a carico del Servizio Sanitario Nazionale”. 

“Non bisogna affidarsi ai soldi di Genny…”

Il team di sceneggiatori, a parere della comunità medica, avrebbe dovuto documentarsi meglio. “Il messaggio che affiora è totalmente negativo e finisce per risultare fuorviante rispetto alla realtà del paese e a una comunità che coinvolge centinaia di specialisti considerati un’eccellenza del paese e migliaia di italiani che lavorano per incrementare la cultura del dono di organi. Non bisogna pagare affidandosi ai soldi di Genny Savastano, c’è la rete nazionale dei trapianti”.

 

 

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