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venerdì, Marzo 29, 2024
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“Il Comune sapeva delle violenze…”. Giuseppe era già andato a scuola con lividi, poteva essere salvato

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C’è un retroscena clamoroso dietro la vicenda del piccolo Giuseppe, ammazzato brutalmente dal compagno della mamma ieri a Cardito. Come riporta in anteprima il sito NanoTv, i servizi sociali erano stati informati delle violenze perpetrate già in passato nei confronti del bimbo. Ad avvisare le politiche sociali era stata la scuola di Giuseppe, il quale era andato a scuola con escoriazioni tra settembre e ottobre 2018 ma da parte del Comune non c’è stata nessuna decisione.

Volto tumefatto e sangue, quadro compatibile con percosse

“Lavoro in pronto soccorso pediatrico da trent’anni, pensavo di averle viste tutte ma quello che ho visto ieri è la scena più raccapricciante a cui ho mai assistito”. Così Vincenzo Tipo, primario del Pronto occorso del Santobono di Napoli racconta all’ANSA le cure alla bimba di 7 anni rimasta ferita nella tragedia familiare a Cardito, in cui è rimasto ucciso il suo fratellino. “La bambina – racconta Tipo – aveva il volto tumefatto ma soprattutto sangue sul cuoio capelluto, tutte ferite compatibili con l’ipotesi di percosse”.
    “In particolare – spiega il primario del Santobono – il sangue sulla testa ci ha fatto sospettare lesioni interne e quindi abbiamo sottoposto la bimba a tac e radiografie. In due ore abbiamo svolto tutte le analisi che ci hanno rassicurato sul fatto che si trattasse solo di ferite superficiali, che non avevano leso organi interni”. Dopo le analisi la piccola è stata trasferita con una diagnosi di trauma cranico nel reparto di neurochirurgia.

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