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martedì, Maggio 7, 2024
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Il killer di Francesco ha le ore contate, spunta un video dopo gli spari: “Aiutatemi, non respiro”

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Il suo sogno era di aprire una pizzeria tutta sua. Costruirsi un futuro senza essere costretto ad andarsene dalla sua amata Napoli. Ma è bastata una macchia su una scarpa per mandare in frantumi tutti i suoi piani. Francesco Pio Maimone, il 18enne ucciso sul lungomare di Napoli, è soltanto l’ultima vittima innocente di una zona – quella degli Chalet Mergellina – preso in ostaggio da bande malavitose e dalla violenza di strada. «Francesco Pio era un ragazzo buono come il pane, che pensava solo a lavorare». Quando è stato ucciso, il 18enne aveva da poco finito il turno nel ristorante di famiglia. Prima di tornare a casa, si era fermato davanti al chioschetto «Da Sasà» a mangiare noccioline. A quel punto, succede l’impensabile. Uno schizzo di alcol o un pestone macchiano la scarpa di un ragazzo lì vicino. Che, in tutta risposta, reagisce iniziando a sparare in aria. Poi l’arma si abbassa, continua a sparare e colpisce al petto l’incolpevole Francesco Pio, estraneo alla lite.

«Abbiamo visto sparare in aria, pensavamo fosse una pistola a salve. Poi Francesco si è accasciato e ha detto “non respiro, non respiro”», raccontano gli amici che erano con lui quella sera. Disperati, gli amici provano anche a rianimarlo con la respirazione bocca a bocca, fino a che il 18enne viene trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini. Una volta arriva lì, però, non c’è più niente da fare.

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In un video comparso su TikTok si vedono gli attimi seguenti agli spari, sul posto la finanza e la polizia. E’ un passante ad accompagnare Checco in ospedale

 

@alessandrobottig1

♬ suono originale – alessandrobottig1

 

Una morte assurda, impensabile, che i parenti di Maimone proprio non riescono ad accettare. «Vogliamo giustizia per mio figlio e per tutti i ragazzi come lui», dice oggi sua madre, Concetta Napoletano, a Repubblica. E lo stesso vale per i suoi amici che – assicurano i familiari della vittima – «sono tutti bravi ragazzi». Il suo obiettivo era quello di aprire una pizzeria tutta sua, da gestire insieme alla sorella. Invece, è bastato trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato per veder svanire tutti i suoi sogni. «È una vittima innocente di questa gente con la testa che non funziona», dice una parente. Se i sogni di Francesco Pio ormai non possono più tornare indietro, i suoi parenti chiedono perlomeno che sia fatta giustizia. In questi giorni, gli investigatori – coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Amato – stanno visionando i filmati delle telecamere della zona per individuare i colpevoli. Che, secondo i testimoni, si sono dileguati confondendosi tra la folla dopo l’esplosione dei primi colpi di pistola.

Parla anche la seconda mamma

“Me l’hanno ucciso senza nessun motivo. Ma quale camorra, quale lite? Era un bravissimo ragazzo che stava lontano dai guai e non faceva male a una mosca. Stava imparando a fare il pizzaiolo e progettava di aprire una rosticceria insieme alla sorella: un sogno infranto”.

Non riesce a darsi pace Monica d’Angelo, la donna che ha cresciuto Francesco Pio Maimone, il ragazzo ucciso la scorsa notte a Mergellina. Gli investigatori della squadra mobile di Napoli sono sulle tracce di chi ha fatto fuoco, al termine di una lite tra giovanissimi nata per una scarpa sporcata. “Siamo sconvolti, “Checco” era un bravissimo ragazzo. Aveva finito di lavorare nella paninoteca per la quale faceva le consegna ed era uscito con gli amici. Stava mangiando le noccioline quando ha sentito gli spari. Nemmeno il
tempo di mettersi al riparo che un proiettile lo ha colpito in petto ed è morto. Lui
non c’entrava niente con la faida di Pianura. Era un grande lavoratore, il suo progetto era quello da aprire una rosticceria a Cappella Cangiani. Non c’è stata nessuna lite”.

Chiede giustizia attraverso Fanpage, Emanuele Maimone, fratello maggiore di Checco: “Quanto poco valore ha la vita di un essere umano se possiamo morire così? Aveva preso da poco la patente, fino a poco tempo fa si prendeva i miei vestiti, da quando ha iniziato a guadagnare qualcosa se li è comprati da solo”. Il fratello, era sceso insieme al suo miglior amico Carlo quella sera, dopo l’ennesima nottata di lavoro. Lavorava nella pizzeria del cognato, al Vomero. A volte però faceva anche il rider, consegnando panini. Non cerca vendetta, “niente e nessuno me lo porterà indietro”, ma giustizia sì. Emanuele ripete con forza “Pio era incensurato, perché ci dobbiamo giustificare?”

 

Pio, così come era chiamato da familiari e amici, domenica sera aveva finito di lavorare nella pizzeria gestita dalla sorella e dal cognato e aveva deciso di uscire con gli amici per concedersi qualche ora di svago. E’ rimasto ucciso dalla follia che sempre più spesso si registra in alcune zone della città, con giovanissimi pronti a sparare alla prima occasione, al primo banale litigio.

Il post del collega

Tra i vari post dedicati al 18enne ce n’è uno di un amico e collega, che ha voluto rivolgere un appello a chi sta scrivendo in queste ore di Francesco Pio Maimone, ribadendo come fosse un giovane dedito al lavoro ed estraneo agli ambienti criminali: “Noi Pio lo conoscevamo, era un nostro collaboratore, un nostro amico di famiglia…Ai giornalisti, a quelle mer*e umane vogliamo dirvi che Pio era un bravissimo ragazzo, un ragazzo devoto al lavoro, un ragazzo che stava imparando un mestiere, quello del pizzaiolo. Abbiate rispetto per la famiglia per chi lo conosceva e lo amava. Ci ha lasciato un ricordo fantastico e allo stesso modo straziante, eri il simpaticone e il don Giovanni del pub, ci mancherai tantissimo. Ti voglio bene“.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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