La Guardia di Finanza ha intensificato i controlli fiscali sui guadagni delle star del web. Gli influencer finiti nel mirino sono ritenuti possibili evasori fiscali per via di “guadagni facili” spesso in nero.
Le indagini della guardia di Finanza
Le indagini della Gdf si concentrano sui famosissimi unboxing, il termine di origine anglofona (letteralmente “togliere dalla scatola”), che va ad identificare una serie di contenuti famosi tra gli influencer. Quest’ultimi “spacchettano” acquisti online o regali inviati dai brand davanti alla telecamera (del telefonino). Il problema sorge però dopo; spesso infatti gli influencer, per svuotare gli armadi, mettono in vendita i prodotti “scartati”.
Inizia così la “corsa” dei follower per accaparrarsi il prodotto, ed è qui che iniziano le indagini della Finanza. I follower li acquistano, pagandoli molto spesso con PayPal. Il problema però è che di questi pagamenti digitali, scrive il Messaggero, non resta traccia.
La “dimenticanza” degli influencer
Gli influencer pare, infatti, soffrano di una “dimenticanza”, invece, i guadagni dei social network attraverso la pubblicità di prodotti commerciali devono infatti essere dichiarati al Fisco (stessa cosa anche per social come ‘OnlyFans). Il ‘Messaggero‘ ricorda che secondo il worldwide taxation principle è previsto che anche i pagamenti che provengono dall’estero devono essere tassati in Italia. I redditi ovunque prodotti da parte dei contribuenti fiscalmente residenti nel nostro Paese.
La risoluzione n.700 dell’11 ottobre 2021 spiega infatti che “i compensi che le celebrities percepiscono per l’esecuzione di sessioni di photoshooting nelle quali la loro immagine o testimonianza è associata a un marchio o a un prodotto per rafforzarne la credibilità (…) costituiscono redditi di lavoro autonomo“. Riconoscere giuridicamente la professione di influencer permetterebbe di rendere controllabili tutte quelle operazioni che ora sfuggono al Fisco.
