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sabato, Maggio 11, 2024
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Ingegnere gambizzato in scooter: “Via da Napoli? Mai, ma adesso ho paura”

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Cosa è cambiato nella mia vita da quella notte? Adesso ho paura. Una paura che ho conosciuto da vicino, sentito sulla pelle e che prima non avevo mai provato. Quando la mia fidanzata Emilia scende a passeggio con il cane non posso non dirle di stare attenta. Eppure prima ero io che a mezzanotte portavo il nostro pastore a spasso senza riflettere su alcun pericolo“. L’ingegnere Fabio Varrella si racconta in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, ad un mese dal tentativo di furto dello scooter che ha subito. E al quale ha resistito finendo gambizzato.

In quella terribile notte, due rapinatori l’hanno accostato mentre faceva benzina al distributore di via Reggia di Portici e gli hanno puntato contro una pistola. Dopo varie minacce, che non hanno intimorito l’ingegnere, alla fine hanno fatto fuoco colpendolo alla gamba. Una scena da brividi, in pieno stile Gomorra, interamente ripresa dalle telecamere della pompa di benzina. Il professionista trentaduenne ha scelto di raccontare la sua esperienza a distanza di poco più di quattro settimane da quella sera. Al suo fianco l’avvocato Marco Campora, che fin dalle prime ore lo ha seguito e assistito, e la sua fidanzata. Sono coetanei Fabio ed Emilia, entrambi ingegneri ed entrambi contrattualizzati per due diverse multinazionali. La loro vita fino a poco più di un mese fa scorreva senza scossoni.  

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Ingegnere come sta a distanza di un mese?
Molto meglio, sono in sedia a rotelle ancora, un po’ mi aiuto con le stampelle. Ma non vedo l’ora di tornare al lavoro, alla mia vita di sempre, alle passeggiate con il cane“.

Lei dove lavora?
Mi occupo di manutenzione industriale, sono manager in una azienda multinazionale, che ha sede a Ottaviano. Emilia fa il mio stesso lavoro ma in un’altra multinazionale“.

Sono stati arrestati i suoi aggressori?
No, non ancora. Anche per questo ho deciso di raccontare la mia storia. Per far sì che l’attenzione su questo caso e su altre brutte vicende del genere non si attenui. Per me e per tutti i giovani professionisti che di fronte a questi fatti potrebbero aver voglia di andare via. Io mi sono trovato in ospedale colpito da un’arma da fuoco, una cosa da film. Estraneo a qualsiasi ambiente malavitoso sono stato gambizzato… così inizi a immaginare che chiunque è in pericolo in questa città. Il messaggio è che a Napoli stanno succedendo troppi fatti del genere. Solo pochi giorni fa il figlio di Sal Da Vinci si è trovato tre pistole puntate contro la testa. Stiamo andando verso una direzione molto dura, pesante, difficile da affrontare“.

Lei pensa di andare via da Napoli?
Per nulla al mondo. Dopo tutta la solidarietà, il sostegno, l’assistenza che mi sono trovato intorno neanche per una grande proposta di lavoro andrei via da qui“.

Quanti interventi ha subito?
Due. Il primo, d’urgenza, all’arteria femorale: é quello che mi ha salvato la gamba e la vita. Dopo qualche giorno una seconda operazione per estrarre il proiettile. Ai medici dell’ospedale del Mare ho chiesto di di vederlo, volevo tenerlo… Ora mi aspetta una lunga riabilitazione. Spero entro una quarantina di giorni di poter tornare alla mia vita“.

Lei ha fronteggiato i rapinatori, rischiando di morire. Cosa ha provato rivedendo il video?
La mia formazione e il mio lavoro mi impongono di restare calmo nelle situazioni di crisi. Potevo morire sì, l’ho capito rivedendo il video. Io so solo che sono rimasto fermo, sullo scooter, senza reagire – un po’ per deformazione professionale – ma solo cercando di fronteggiare chi mi sono trovato di fronte. Poi ho visto la pistola, ho sentito un rumore, ho visto il sangue sulla gamba. È arrivata la polizia non so allertata da chi. Mi pare procedessero sull’altra corsia. Forse sono stati chiamati dal benzinaio“.

Cosa le dicevano i rapinatori?
Questo non posso dirlo. Ma una cosa posso aggiungerla: con i se e i ma non si scrive la storia. A chi ha commentato il video dicendo cosa sarebbe stato meglio fare non dò ascolto“.

Il motorino, che ha salvato, lo riprenderà per andare al lavoro?
Ma certo. Non l’ho riavuto indietro per motivi legati alle indagini. So che per superare il trauma devo tornare alla vita di prima, tornare alla normalità e anche riprendere il motorino. Se no mi resta un trauma a vita e sarebbe una sconfitta“.

Le indagini?
(Interviene l’avvocato Campora) “Le indagini, portate avanti dalla Dda, sono secretate. Ci sono accertamenti in corso, testimonianze. Speriamo tutti che si arrivi quando prima all’arresto dei responsabili. E lo dico da avvocato, ma soprattutto da cittadino che ha vissuto con tensione assoluta questi fatti“.

Fabio, lei ed Emilia, che ha raccontato le lunghe ore fuori dalla sala operatoria con grande intensità, vi sposerete?
Per ora non posso inginocchiarmi per chiederla in moglie“.

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