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“La camorra mi sparò in casa”, così Nino D’Angelo decise di lasciare Napoli

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Ospite a Domenica In su Rai1, Nino D’Angelo si è raccontato a Mara Venier con il figlio Toni, regista del documentario che ripercorre la vita e la carriera del cantante, “18 giorni”, prossimamente al cinema. Tra ricordi e musica, D’Angelo ha anche spiegato la decisione di lasciare Napoli, uno dei momenti più duri per lui: “È stato un momento terribile perché per anni ti porti appresso ‘Nino D’Angelo ama così tanto Napoli però è andato a vivere a Roma‘, perché la gente non lo sa. Ma allora la camorra mi fece andare via perché mi spararono a casa. Abbiamo avuto paura, abbiamo denunciato e siamo dovuti scappare“, ha detto il cantante alle telecamere di Rai 1.

Dal caschetto biondo all’ultimo concerto al Maradona, la storia di Nino D’Angelo in un documentario

Nino D’Angelo, negli anni ’80 è stato il caschetto biondo più famoso d’Italia dopo Raffaella Carrà. Oggi non ha più il caschetto e non fa più quelle canzoni che lo resero famoso allora, come “’Nu jeans e ‘na maglietta”. I suoi capelli si sono ingrigiti, anche se glieli taglia lo stesso barbiere che inventò il caschetto. Vive a Roma, circondato dalla sua numerosa famiglia, e la sua musica – che compone in un piccolo studio sulla Cassia – ha il suono del Mediterraneo. L’ultimo concerto allo Stadio Maradona di Napoli è un saluto definitivo agli anni ‘80, al caschetto, a quel tipo di musica. A vivere con lui questo momento, nascosto dietro un telefonino, suo figlio, Toni, regista. Lo incalza con le domande, registra tutto, anche e soprattutto i momenti più intimi. Chi era suo padre negli anni’ 80? Com’è arrivato al successo e al benessere dalla povertà più assoluta? E perché, una volta raggiunto il successo, nel bel mezzo degli anni ’80, quando Toni era piccolo, hanno dovuto abbandonare la città che aveva reso celebre suo padre?

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