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venerdì, Aprile 19, 2024
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L’appello di Francesco, malato terminale: «Napoli fammi sposare prima di morire»

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Francesco rischia di non sposarsi a causa di un problema burocratico, e non solo per quello. Il giovane è un malato terminale, e potrebbe non arrivare alle nozze. Per questo non vuole spostare la data fissata, il 4 Luglio, ma se il comune di Napoli non gli rilascerà i documenti necessari, potrebbe morire senza sposarsi. In questi giorni ha provato in ogni modo a mettersi in contatto con gli uffici comunali, tuttavia la risposta è sempre la stessa: “Riprovi più tardi“. Ma Francesco di tempo non ne ha.

LA RICHIESTA

Come ha dichiarato a Il Mattino, “Non riesco ad avere il certificato di nascita, l’estratto per riassunto a essere precisi, necessario per sposarsi civilmente. E’ stata fatta richiesta e alle 9.55 è stata recapitata agli uffici preposti del Comune di Napoli. Sarebbero stati necessari due giorni ma ad oggi nessun documento è pervenuto“.

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IL PROBLEMA

Sono giorni che provo a comunicare con loro. Chiamo e mi tengono in attesa: 10 minuti, altre volte 20 e perfino mezz’ora… Ogni volta la stessa storia: richiami più tardi. Da qualche giorno non rispondono neanche più. Ho mandato mio cugino: è stato a Palazzo San Giacomo, gli hanno detto che non sapevano come aiutarlo, poi è andato negli uffici dell’Anagrafe e qui non è riuscito ad avere informazioni se non che ci sarebbero dei problemi con la Municipalità. Ma qui l’unico problema è che non posso rischiare di non sposarmi”.

LA MALATTIA

Potrei non vivere abbastanza. Sono affetto da linfoma di Hodgkin dal 2008 e da tre mesi si sono ripresentate alcune masse. Sono un malato terminale. È la seconda volta che ho una ricaduta, l’ultima dieci anni fa, e grazie a forti sedute di chemioterapia il tumore era in remissione. Poi di nuovo i sintomi, i controlli e il responso. È stata dura questa volta accettare la ricaduta, ho ricominciato subito la chemio, so quanto rischio. Ho deciso di sposare la mia compagna Chiara per rendere legale un rapporto splendido. Ci sono giorni buoni e altri pessimi, in cui il mio fisico non regge, ho paura di non avere tempo sufficiente. L’amore che c’è tra noi non ha bisogno di certificati, però ho pensato che se dovesse accadermi qualcosa di grave, per la legge italiana non le sarebbe permesso neanche starmi accanto. Ci sposiamo per questo, perché l’amore che c’è tra noi è di quelli che non si spezza, anche se la mia vita durerà ancora poco. I medici sono piuttosto pessimisti ma credo nei miracoli, ne ho già avuto uno”.

IL MIRACOLO DI FRANCESCO, MALATO TERMINALE

Si chiama Alessandro e ha due anni. Mi avevano detto che sarebbe stato impossibile procreare, i farmaci chemioterapici usati per il linfoma provocavano una sterilità transitoria e la ripresa nel mio caso era scarsa. Le chemio avevano ucciso il tumore ma compromesso la mia fertilità. Però ero padre di Tommy, che ora ha otto anni, nato dal precedente matrimonio della mia compagna, con cui ho un bellissimo rapporto. E invece il miracolo c’è stato e, oltre a Tommy, ho anche Alessandro, pronti a fare da paggetti”.

L’ APPELLO

“Assessore, sindaco, vi supplico, datemi questo certificato, potrei non vivere abbastanza per spostare la data delle nozze“.

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