“Cardito non è questo, non ci sono mostri ma persone perbene”. Non ci stanno i cittadini del piccolo Comune dell’area a Nord di Napoli che in questi giorni si trovano davanti al tritacarne dei media. Tantissime trasmissioni hanno raccontato di una città che si è girata dall’altra parte, ma la realtà è un’altra. Sui social i cittadini carditesi ci tengono a ribadire che la città non merita tutto il fango che stanno gettando addosso. In molti hanno lasciato fiori e bigliettini dove è avvenuta la tragedia, alcuni vorrebbero organizzare una fiaccolata per ricordare il piccolo Giuseppe. Il sindaco, lo ricordiamo, ha proclamato il lutto cittadino. «Nella nostra comunità il silenzio è il grido più forte dei deboli», si legge su un bigliettino messo accanto ad un fascio di fiori che è stato lasciato dinanzi all’abitazione dove si è consumata la tragedia
Si ferma anche la parrocchia
Avrebbe dovuto celebrare il suo ingresso in qualità di Parroco della Chiesa SS. Giuseppe ed Eufemia di Carditello ma ha preferito spostare l’evento in segno di dolore e rispetto per la tragica morte del piccolo Giuseppe. Così don Fabio Ruggiero sacerdote della Parrocchia di Piazza Papa Giovanni XXIII ha reagito alla notizia che ha sconvolto l’intera comunità cittadina. Il dramma si è consumato domenica scorsa quando Giuseppe, un bambino di 7 anni, è stato ucciso dal compagno della madre, mentre la sorellina, di un anno più grande è rimasta gravemente ferita dalle percosse di Tony Essoubti Badre, fermato per omicidio volontario e tentativo di omicidio.