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domenica, Maggio 12, 2024
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“Le spese sono tante, dobbiamo tirare avanti”, le truffe assicurative per arrotondare lo stipendio

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Lo stipendio non bastava, le spese erano troppe e così per arrotondare si erano inventati questa organizzazione dedita alle truffe assicurative. Il retroscena emerge dalle carte dell’inchiesta che ha portato sotto indagine medici, avvocati e falsi testimonu. Dalle chat estrapolate dal cellulare di uno degli indagati, Giuseppe Guarino, emerge, un ruolo attivo anche da parte di due avvocati: MASTANTUONO Enrico e dell’avv. CASTELLI Gennaro.  Entrambi i legali – che si dichiarano innocenti e tale devono essere considerati fino a terzo grado definitivo di giudizio – per gli inquirenti assumono un ruolo specifico nella pianificazione dei sinistri stradali falsi, suggerendo la patologia da indicare nei certificati medici e le deposizioni dei testi nei processi civili instaurati contro le compagnie assicurative.

Nelle chat intrattenute con i legali emerge, infine, il coinvolgimento di altri tre partecipi I quali assumono sistematicamente il ruolo di “testi” nelle cause civile promosse contro le compagnie assicurative finalizzate al risarcimento del danno dei finiti sinistri stradali.  Un’altra persona, invece, risulta titolare di diverse autovetture impiegate per la realizzazione dei sinistri stradali.

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Uno degli indagati, parlando con Guarino, finisce per rivelare in altre chat di dover contare sulle entrate delle truffe assicurative per ‘‘tirare avanti” perché le entrate dello stipendio non sono sufficienti.

I sospetti sulla falsità dei sinistri stradali sono aumentati quando i carabinieri hanno scoperto Presso l’abitazione di GUARINO Giuseppe di 140 fascicoli dell’avvocato
CASTELLI, ovviamente tutti relativi a sinistri stradali. Nelle pratiche sequestrate relative ai sinistri stradali compaiono di frequente le stesse persone tanto come testi tanto come parte in causa. Gli incidenti stradali avvengono frequentemente nello stesso luogo. Quasi sempre i referti provengono dal pronto soccorso di Frattamaggiore. Anche i nominativi dei medici sono quasi sempre gli stessi.

Prove che hanno spinto i carabinieri ad indagare meglio e avviare le intercettazioni in seguito alle quali è emersa l’esata organizzazione.

Nello specifico una persona è finita in carcere: si tratta di Angelo Guarino, 39 anni, genero del boss ergastolano Pasquale Puca, detto o’ minorenne. La moglie di Guarino, Teresa Puca, si trova attualmente in carcere per altri reati. Nomi pesanti che non sono di certo sfuggiti agli inquirenti, che ritengono come dietro il sistema di truffe assicurative si celi la camorra. Secondo l’ordinanza, Guarino sarebbe il capo e l’organizzatore dell’associazione a delinquere, impartendo i compiti e ricevendo i proventi delle truffe assicurative che pervenivano anche tramite bonifici bancari alla società Antelupa Srl di cui era il legale rappresentante.

Un medico finito agli arresti domiciliari, la dottoressa Filomena Palmisano, 58 anni, è ritenuta la presunta organizzatrice dell’associazione, coordinando coordinato l’attività degli altri associati occupandosi di prenotare le visite mediche alle false parti lese che venivano poi effettuate da medici compiacenti; in qualità di tecnico radiologo presso il Cma di Napoli avrebbe redatto inoltre documentazione sanitaria attestante false lesioni personali. Infine, un altro elemento chiave, per il quale però è stata rigettata la misura cautelare, è Camillo Meola, 43 anni, che avrebbe partecipato ai falsi incidenti, tutti registrati tra il 2020 e il 2023. Ai domiciliari sono finite anche altre due persone, Giuseppe Guarino, 38 anni, e Massimo Niro, 52 anni, mentre la misura interdittiva dalla professione di un anno è scattata per due avvocati (oltre a Mastantuono anche Gennaro Castelli, 50 anni) e sei medici, di cui quattro in servizio presso i pronto soccorso degli ospedali di Marcianise e San Giovanni di Dio di Frattamaggiore e due in servizio in centro diagnostici privati: si tratta di Rosita Capone, Gaetano Lapiccirella, Umberto Laurenzo, Emanuele Minelli, Giovanni Toscano, Francesco Vela.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative con fraudolento danneggiamento di beni assicurati e ricorso a certificati medici falsi rilasciati da medici compiacenti, riciclaggio, indebita percezione del reddito di cittadinanza e furto aggravato. In particolare, l’organizzazione avrebbe agito in diversi luoghi, tra cui Napoli, Aversa, Melito, Curti, Piano di Sorrento e Servigliano, in provincia di Fermo. Per quanto riguarda i furti di automobili, le auto rubate venivano smantellate e rivendute sul mercato nero. Per le truffe assicurative, l’organizzazione sarebbe stata guidata da Salvatore Grassi, che si occupava della pianificazione degli incidenti, dell’intestazione dei veicoli e della distribuzione dei pagamenti delle compagnie assicurative come indennizzo. Inoltre, sono state identificate situazioni di indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di due degli indagati, per un importo complessivo superiore a 20mila euro.

L’avvocato Mastantuono ha annunciato che ricorrerà al Riesame per chiedere l’annullamento della sospensione.

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