Alla fine Elena Maraga, la maestra della scuola materna parrocchiale trevigiana che pubblica foto su OnlyFans, è stata licenziata. L’ha annunciato lei stessa ospite negli studi della Zanzara (la trasmissione di Radio24). I tentativi di mediazione non sono serviti. «Mi hanno mandato una raccomandata con scritto licenziamento per giusta causa per comportamento inappropriato perché si è incrinato il rapporto di fiducia, lo trovo ingiusto al cento per cento» ha raccontato ai microfoni di Parenzo e Cruciani.
L’inizio della vicenda
Il caso esplose già a metà marzo, con una polemica forte fin da subito. Molte famiglie ritenevano incongruente il ruolo di educatrice di bimbi così piccoli con le foto piccanti pubblicate sulla piattaforma. “Il padre di un mio alunno ha comprato le mie foto e le ha mandate in giro, condividendole sulla chat del calcetto, poi la moglie lo ha scoperto” ha raccontato Elena Maraga, maestra trevigiana di 29 anni. “Mi piaccio, ho fatto della passione per il mio corpo anche una forma di guadagno, non capisco quale sia il problema. Non si può campare solo con 1.200 euro, ecco perché ho aperto OnlyFans. Faccio contenuti hard ma mai sesso in coppia o con altre persone” ha concluso la maestra.
La posizione della scuola contro la maestra
Per una scuola cattolica, che si trova proprio di fronte alla chiesa del paese, quelle due «vite» non potevano coesistere. “Mi hanno attaccata puntando sul fatto che io abbia ricercato attenzione mediatica. Fare foto compromettenti non ha mai compromesso la mia professionalità nel lavoro – ha continuato Elena Maraga -. La scuola non ha mai voluto parlare con me, hanno sempre agito tramite lettere e mai hanno voluto un dialogo. Mi stupisco di come una scuola cattolica che predica la morale tratti così un dipendente”.
Una petizione per Elena Maraga
La giovane, che è anche modella e bodybuilder, ha ricordato in trasmissione che “Ci sono 30 genitori che hanno firmato una lettera per tenermi lì”. Maraga dice di avere una vera vocazione per il lavoro di educatrice e di voler essere valutata solo per il suo operato.