E’ cambiato il “sistema camorra”. Come racconta l’ultima relazione della Dia, i
cartelli napoletani (LICCIARDI, CONTINI e MALLARDO) e casertani (SCHIAVONE, IOVINE, ZAGARIA e BIDOGNETTI), anche sodalizi (come ad esempio i SARNO, i GIULIANO e i MARIANO) che negli anni hanno subito profonde trasformazioni per effetto dell’attività repressiva condotta da Magistratura e Forze di Polizia.
Lo scompaginamento di quest’ultimi sodalizi è spesso degenerato in scontri per la leadership, che in alcuni casi hanno condotto ad una vera e propria implosione delle associazioni criminali. Nei vuoti di potere che si sono determinati si sono inseriti gruppi emergenti, non storicamente radicati sul territorio e privi di una forza economica
consolidata. Sono questi i sodalizi protagonisti, a Napoli, delle cd. “stese”, ritenute indispensabili per affermare la presenza sul territorio, accettando il rischio di colpire ignari passanti e le conseguenze che ne deriverebbero in termini di azioni repressive. Più complessa è la realtà criminale che interessa giovanissimi e che si manifesta con diverse sfaccettature, tutte sintomatiche di una violenza metropolitana diffusa.